ROMA – Dopo ben 36 anni ha perso la sua battaglia con il fisco il noto giornalista americano Dennis Redmont, responsabile della Comunicazione al Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti e per 25 anni direttore dell’agenzia di stampa Associated Press.
È un clamoroso esempio della lentezza della giustizia tributaria in Italia. Ci sono addirittura voluti dai 33 ai 36 anni prima che l’Agenzia delle Entrate vincesse definitivamente in Cassazione una vertenza fiscale! Un ritardo che appare ingiustificabile e che potrebbe esporre ora l’Italia ad un possibile giudizio davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo proprio per l’ansia causata al contribuente dal lunghissimo protrarsi della vicenda. Incredibile é stato il lasso di tempo intercorso – ben 17 anni – solo tra la decisione della Commissione tributaria di 2° grado di Roma del 1992 e quella della Commissione tributaria Centrale del 2009!
Ne ha fatto le spese un noto giornalista americano, Dennis Redmont, responsabile della Comunicazione al Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti e per 25 anni direttore dell’agenzia di stampa Associated Press.
Con sentenza n. 31029 del 28 dicembre 2017 la 5ª sezione civile della Suprema Corte (presidente Aurelio Cappabianca, relatore Giuseppe Locatelli) ha accolto le tesi dell’Agenzia delle Entrate, confermando così il verdetto emesso 8 anni fa dalla Commissione tributaria Centrale che aveva respinto i ricorsi di Redmont in merito agli avvisi di accertamento Irpef ed ilor per gli annì 1981, 1982, 1983 e 1984, ritenendo che lo stesso fosse soggetto passivo di imposta in quanto residente fiscalmente in Italia, e non negli Usa. In precedenza Redmont aveva perso in 1° grado, ma aveva vinto in appello. (giornalistitalia.it)
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La sentenza