ROMA – I magistrati «hanno diritto di esprimere le loro opinioni fatto salvo il dovere di riservatezza sui procedimenti assegnati» e «la corretta comunicazione di iniziative e decisioni giudiziarie è cruciale per il recupero di credibilità e il prestigio della giustizia». Lo afferma, rispondendo al Sole 24 Ore, il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, spiegando che il Consiglio condivide la necessità di affrontare il rapporto tra informazione e giustizia e «di pervenire a una qualche autoregolamentazione per definire modalità comunicative corrette e tempestive.
I recenti casi eclatanti di processi di fortissimo impatto mediatico e sull’opinione pubblica – Eternit, Cucchi, L’Aquila, Bussi– ne sono una dimostrazione evidente. Sono stati scritti centinaia di articoli e commenti senza che a tutt’oggi si conoscano le motivazioni delle decisioni. Il che costituisce una patologia».
Per Legnini sbaglia chi accusa di protagonismo il Procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, che, parlando di Mafia-Capitale, ha fatto invece «corretta informazione». Torna anche sul voto del Plenum a maggioranza su Franco Lo Voi, insediatosi il 30 dicembre a capo della Procura di Palermo: «Vale di più aver svolto la funzione di capo di un’importante Procura o quella di membro di Eurojust? Si possono avere opinioni opposte ma non si può dire che la comparazione è con il niente».
Sullo scontro nella Procura di Milano spiega di aver mediato per risolvere bonariamente il caso e che «la mediazione è ancora in corso». (Ansa).
Il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, parla del “protagonismo delle toghe”