Le Università di Messina e Catania analizzano il contesto in cui è avvenuto l’omicidio

Giulio Regeni, la ricerca al servizio della verità

Giulio RegeniMESSINA – Per la prima volta le più grandi società di studio italiane e inglesi sui Paesi arabi prendono insieme la parola per parlare del contesto in cui è maturato l’omicidio di Giulio Regeni e della copertura mediatica del caso. Lo faranno insieme alle Università di Messina e Catania, che hanno promosso l’iniziativa, nel corso di una due giorni di approfondimento che sarà ospitata dall’ateneo peloritano e da quello etneo, il 10 e 11 maggio prossimi.
“Research for Giulio Regeni. La ricerca per Giulio Regeni” è il titolo dell’iniziativa, promossa dalla Società per gli Studi sul Medio Oriente, dalla British Society for Middle Eastern Studies, dall’Associazione per gli Studi Africani in Italia e dal Centro per gli Studi sul Mondo Islamico Contemporaneo e l’Africa, con il patrocinio dell’European network for Middle Eastern Studies.
Senza entrare nel merito dell’inchiesta giudiziaria in corso sull’omicidio di Giulio Regeni, ci si confronterà sulla realtà politica e culturale vissuta dall’Egitto sotto il nuovo regime, sulla copertura del caso Regeni da parte della stampa, sul valore imprescindibile della ricerca sul campo e sulla tutela di chi la compie.
Domani, giovedì 10 maggio, l’apertura delle giornate di studio si terrà a Messina, alle ore 15, presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne. Interverranno Alam Saleh, un professore di Giulio Regeni negli anni di studio pre-dottorali, Gilbert Achcar della School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra, il giornalista e scrittore Guido Rampoldi e Mariavita Cambria (Unime).
Venerdì 11 maggio, invece, ci si sposterà a Catania e i lavori inizieranno alle 9 presso il Dipartimento di Scienze politiche e sociali, mentre nel pomeriggio (dalle 15) proseguiranno presso il Dipartimento di Scienze umanistiche di Unict. Il Dipartimento di Scienze politiche e sociali ospiterà le relazioni di Paul Starkey, vice-presidente Brismes e tra i decani mondiali degli studi sulla letteratura araba moderna, Elisabetta Brighi (University of Westminster) e Alessia Melcangi, studiosa della comunità copta in Egitto. A seguire Gennaro Gervasio discuterà con due giovani studiosi (Francesco De Lellis e Gianni del Panta) del ruolo del movimento operaio egiziano e del sindacalismo indipendente.
La lecture di Mario Bolognari (Università di Messina) sulle difficoltà e l’importanza della ricerca sul campo in situazioni di conflitto e instabilità aprirà i lavori pomeridiani. Il focus delle relazioni di Maria Elena Paniconi (Università di Macerata) e Teresa Pepe (Università di Oslo), nonché della sezione In-dialogue, sarà la situazione culturale e la produzione letteraria e artistica in Egitto. Nella tavola rotonda conclusiva si discuterà, con i rappresentanti delle società di studio promotrici dell’iniziativa, delle sfide e delle potenzialità del fare ricerca in Medio Oriente. (agi)

 

 

 

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