PALERMO – Il Tribunale di Palermo ha “parzialmente accolto” il ricorso di due dei 21 giornalisti che facevano parte dell’ufficio stampa della Regione Siciliana. Tuttavia non scatterà l’obbligo di riassumere: previsto, invece, un maxi risarcimento danni che vale complessivamente quasi 200 mila euro e spese legali. Ne dà notizia il “Giornale di Sicilia” sottolineando che, quella emessa da Antonio Ardito, “è una sentenza che va in controtendenza rispetto alle altre pronunciate da diversi magistrati dello stesso Tribunale sul caso dei licenziamenti all’ufficio stampa di Palazzo d’Orleans. E che arriva dopo l’ordinanza con cui la Consulta ha dichiarato l’inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionali sollevate dai giudici del lavoro su richiesta dell’Avvocatura dello Stato”.
Il quotidiano siciliano ricorda che “tutti assunti da Totò Cuffaro e licenziati da Rosario Crocetta al momento del suo insediamento, i giornalisti avevano fatto ricorso. Andando incontro fino a ora a sconfitte in tribunale. Invece nel caso della giornalista difesa dall’avvocato Agostino Equizzi la sentenza è di parziale accoglimento”.
“In pratica – ha spiegato l’avvocato al Giornale di Sicilia – il giudice ha riconosciuto la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. E quindi ha dichiarato l’inefficacia del licenziamento”. Ma la reintegrazione in servizio non scatta perchè è stato applicato il nuovo articolo 18, nella versione riformata dalla Fornero, che prevede un risarcimento danni e un’indennità sostitutiva del mancato preavviso. Il primo corrisponde a 10 mensilità uguali all’ultima percepita, che era di 9.559 euro lordi. L’indennità di mancato preavviso è stata valutata in 98.888 euro.
“Risarcimenti analoghi – spiega il quotidiano – dovrebbero essere stati assegnati a un secondo giornalista, difeso dall’avvocato Antonio Cimò: la sentenza però non è ancora nota. Ma sia nel primo che nel secondo caso la riassunzione non scatta perchè è stato riconosciuto il motivo oggettivo del licenziamento, cioè la carenza di risorse per pagare questo personale: questa la tesi difensiva di Crocetta. Che aveva sempre contestato la qualifica di caporedattore assegnata a tutti i componenti dell’ufficio stampa. Una qualifica prevista però da una legge del 1976 modificata negli anni successivi ma che non è mai stata abrogata, neppure dopo i licenziamenti dei 23 giornalisti. Crocetta aveva anche sostenuto che i contratti avessero natura fiduciaria e che per questo motivo si potesse licenziare all’inizio di un nuovo mandato presidenziale. L’avvocato Equizzi ha, comunque, annunciato che farà ricorso contro la sentenza di primo grado continuando a chiedere la reintegrazione in servizio della giornalista non ritenendo applicabile al pubblico impiego la riforma Fornero dell’articolo 18”.
“E’ un punto fermo fondamentale – dichiarano Ordine e Associazione Siciliana della Stampa – nella lunga vertenza giudiziaria nata dalla soppressione dell’ufficio stampa della Regione Siciliana. Con questa sentenza, finalmente, si fa luce su una vicenda che ha dimostrato certamente una cosa: quanto approssimativa sia la conoscenza delle leggi da parte del governatore e quanto grande sia stata la sua arroganza e la sua avventatezza nel voler prendere una decisione che adesso costerà alle casse della Regione diverse centinaia di migliaia di euro”.
“A questo punto – affermano Ordine e Assostampa – sarà difficile per Crocetta dire di avere avuto ragione dai giudici e, in attesa dei pronunciamenti dei magistrati del lavoro sui ricorsi degli altri colleghi, sarebbe assolutamente opportuno e indifferibile che la Corte dei Conti intervenisse per accertare a chi vada attribuita la responsabilità di questo rilevante esborso di denaro per le casse pubbliche ed, eventualmente, a chi toccherà il doveroso risarcimento”.
I due istituti di categoria siciliani ricordano, infine, che “la magistratura penale sta vagliando la posizione del governatore Crocetta in merito alla accusa di esercizio abusivo della professione giornalistica, sollevata dall’Ordine dei giornalisti e dall’Assostampa, in quanto Crocetta dopo l’azzeramento dell’ufficio stampa si è sempre vantato di redigere ogni giorno personalmente i comunicati stampa sull’amministrazione, attività che in Italia è tutelata dall’ordinamento in materia di professioni”.
Ufficio Stampa: sì al risarcimento dei giornalisti, ma non all’obbligo di riassunzione