ROMA – Il ministro Andrea Orlando, ospite di Tiziana Panella a “Tagadà”, su La7, si sofferma sulla condizione dei giovani avvocati e dei giovani giornalisti costretti a fare i conti con la crisi, di sistema e dei rispettivi settori.
«Ci rendiamo conto che se gli avvocati diventano poveri chi tutela i diritti rischia di non riuscire più a farlo? Facciamo qualcosa. Io ho proposto una legge per l’equo compenso, per evitare che le grandi assicurazioni o le grandi banche strozzino dei ragazzi che si sono messi sul mercato e cercano di fare la professione. Ma non per tutelare solo loro, per tutelare anche quelli che loro devono tutelare».
E rivolgendosi alla giornalista che lo intervista, il ministro si cimenta in un altro esempio: «Nel suo lavoro, nella sua professione – osserva – si può andare avanti con dei ragazzi che guadagnano pochi euro per scrivere un pezzo? Quei ragazzi saranno in grado di raccontare in modo libero la realtà che hanno intorno? E questo non è un problema solo per loro, è un problema anche per chi legge e si deve formare un’opinione».
Una posizione che la Federazione nazionale della stampa italiana condivide in pieno e ha più volte fatto propria, anche ai tavoli istituzionali.
«Il ministro Orlando centra il problema – rileva il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, – e rilancia una questione che può e deve essere affrontata in tempi rapidi. E l’occasione per dare una risposta ai lavoratori dell’informazione che non hanno diritti e rilanciare il mercato del lavoro giornalistico è rappresentata dai decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria che il governo dovrà mettere a punto entro maggio».
Il ministro ha già convocato la Fnsi, martedì 7 marzo, per un tavolo sulle querele temerarie. «Si tratta – dice il presidente Giuseppe Giulietti – di un passaggio fondamentale che dovrà consentire di arrivare in tempi brevi alla messa a punto di una norma tesa a sanzionare tutti coloro che cercano di intimidire i giornalisti attraverso querele o richieste di risarcimento danni milionarie».
Già nei giorni scorsi la Fnsi ha sollecitato l’esecutivo affinché trovi il tempo di affrontare le questioni del precariato nel lavoro giornalistico. Del resto anche il ministro Orlando, nel corso dell’intervista, ha ricordato che se chi ha la responsabilità di guidare il Paese «non riesce a dare a pezzi di società una visione più serena del futuro, alla fine questi pezzi di società o saranno conquistati dal populismo o saranno conquistati dalla paura o altrimenti rischiano di andare in un mare di disperazione che spesso caratterizza la società italiana».
Così il ministro Orlando. Lorusso (Fnsi): “Aspettiamo i decreti attuativi della riforma”