ROMA – Cari lettori, il 10 agosto scorso ho condiviso con voi il momento di grande difficoltà che sta attraversando Giornalisti Italia, costretto a decidere del proprio futuro dopo 7 anni e 5 mesi di intenso, appassionato e ininterrotto lavoro: chiudere o aprire un capitolo nuovo nella storia del nostro quotidiano. Siamo a un bivio: calare definitivamente il sipario su una straordinaria avventura o resistere per non ammainare bandiera sui temi della professione giornalistica e dell’editoria vera: la dignità umana e professionale, la libertà di stampa, la qualità dell’informazione.
Nove giorni dopo il grido d’allarme di Giornalisti Italia, un atto dovuto nei confronti di chi quotidianamente ne ha fatto un irrinunciabile appuntamento fisso, è mio dovere ringraziare quanti (con commenti sul sito e sui social, email, messaggi, telefonate) ci sono vicini manifestando il grande affetto che gode il nostro giornale premiato, nel 2020, da circa 700 mila utenti unici oltre quelli dei social.
Solidarietà non di facciata, ma autentiche attestazioni di affetto e di stima, in molti casi veri e propri atti d’amore nei confronti della nostra testata, che premiano il lavoro di una squadra che con passione, professionalità, maniacale scrupolosità nel controllo delle notizie e della scrittura, ci ha consentito di garantire un servizio importante al settore.
Attestazioni manifestate non solo da centinaia di colleghi che in Giornalisti Italia hanno sempre trovato un valido alleato, un compagno di lavoro e di viaggio nel complesso e delicato mondo della professione, ma anche lettori non giornalisti (davvero tanti), inserzionisti che hanno creduto in noi ed editori che, quando sono seri – e ce ne sono tanti –, ovvero puntuali nei pagamenti e nel rispetto dell’autonomia professionale e delle garanzie contrattuali, non rappresentano un nemico da combattere a prescindere, ma un valido e irrinunciabile alleato nella battaglia comune per garantire al nostro Paese un’informazione professionale, pluralista e di qualità, caposaldo di ogni democrazia. Un ringraziamento particolare va ai vertici dell’Uspi, che ci hanno invitato ad andare avanti «perché Giornalisti Italia non è solo il giornale dei giornalisti, ma il giornale di tutto il settore dell’editoria».
Un riconoscimento importante, quello degli storici editori della stampa periodica e online, per il giornale dei giornalisti che ha saputo sempre guardare oltre gli steccati ideologici e i settarismi beceri che, purtroppo, finiscono solo per avvelenare i pozzi e dividere quel che resta di un esercito che, invece, avrebbe tanto bisogno di unire le forze sane della professione e dell’imprenditoria in una battaglia tutt’altro che persa, se si ha il coraggio di guardare oltre il proprio traballante fortino che, tra morti, feriti e abbandoni, rischia di rimanere inesorabilmente a secco di munizioni e soprattutto di viveri.
Riconoscimenti a Giornalisti Italia che ci riempiono di gioia, ci stimolano ad andare avanti, ma ovviamente al momento non cambiano il destino ancora incerto del nostro giornale che, come annunciato, è costretto a proseguire le pubblicazioni a marcia ridotta in attesa di una decisione definitiva, che può essere assunta solo in presenza di reali garanzie.
A tal proposito, nonostante la pausa ferragostana che generalmente paralizza il Paese, sono rimasto felicemente sorpreso dalle concrete proposte ricevute: dalla generosa disponibilità dei colleghi a salvare questo “presidio della professione”, alle offerte di finanziamento da parte di imprenditori che credono nel progetto, a varie forme di collaborazione, partnership professionali, disponibilità per investimenti pubblicitari in un giornale destinato non solo a chi vive di informazione e di comunicazione, ma anche a chi ha bisogno di una bussola per potersi orientare nella giungla della rete.
Interessanti proposte che stiamo attentamente valutando, senza illusioni, ma tenendo ben presente che la natura del nostro giornale ci impone di non derogare dai principi fondamentali che ne hanno ispirato la nascita, avvenuta il 25 marzo 2014, grazie alle geniali intuizioni di Nicoletta Giorgetti.
Un altro capitolo fondamentale è, ovviamente, legato alla squadra che, con professionalità, passione e sacrificio, non si è mai risparmiata nel garantire al giornale idee e lavoro, condividendo sogni, speranze, successi, gioie, ma anche dolori e amare delusioni.
Giornalisti Italia, nonostante la giovane età, ha già una storia importante legata a quanti lo hanno sognato, ideato, cullato, coccolato, realizzato, lanciato e affermato. Una storia che ci impone il massimo rispetto nei confronti delle migliaia di lettori che sentono Giornalisti Italia come – ce lo stanno dicendo in tanti – un amico di cui fidarsi.
La nostra speranza è di riuscire presto a risolvere i problemi che ci hanno costretto a rallentare il flusso delle notizie e aprire un capitolo nuovo nella storia del nostro giornale.
I lettori sono sacri e, come tutte le persone perbene che credono onestamente nella bontà di un progetto, non meritano e non possono essere abbandonati.
Giornalisti Italia farà di tutto per ripartire, più convinto e più completo di prima. Nella vita si possono commettere degli errori, anche gravi, ci si può prendere una pausa, ma quando sono in gioco sentimenti importanti come l’amore per la professione, l’informazione di qualità e il destino di tanta gente che crede in te e ti dice di non mollare, bisogna avere il coraggio di riaprire gli occhi o asciugarsi le lacrime, rimboccarsi le maniche e tornare a lavorare nella casa che due piccoli muratori hanno ideato e costruito contro lo scetticismo, il pressappochismo e la sciatteria che, purtroppo, imperano nella nostra società e, purtroppo spesso, finiscono per condizionare la nostra vita a causa di grilli parlanti e sedicenti amici, abilissimi solo nello spargere veleni e dispensare consigli sbagliati, non riuscendo a dare un senso alle proprie fallimentari esperienze personali.
Stiamo facendo di tutto per non fermare la corsa di Giornalisti Italia. Con dignità, umiltà, rispetto e gratitudine nei confronti di quanti hanno scommesso su di noi, credono nel nostro giornale e non meritano di essere abbandonati. «Giornalisti Italia non è solo un giornale. È un’idea e una speranza», ci hanno ripetuto in tanti incoraggiandoci ad andare avanti. Io ci credo e ci sono. (giornalistitalia.it)
Carlo Parisi
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