PERUGIA – Quando metti piede al Festival internazionale del giornalismo non sai distinguere bene quale sia la prima emozione che senti. Quasi tutto il mondo dell’informazione è in Italia, a Perugia, e per una volta ti senti orgoglioso di appartenere al Paese che nelle classifiche sulla libertà di stampa non spicca proprio ai primi posti.
Arianna Ciccone e Chris Potter hanno fatto un vero e proprio miracolo. Un miracolo che gli riesce da ben nove anni: mettere insieme il gotha del giornalismo di tutto il mondo che, in soli cinque giorni, racconta e scambia esperienze sulla professione più bella di sempre.
L’Ijf ha la lungimiranza di capire come potrebbe essere il giornalismo dell’anno successivo. Nei quasi 280 incontri gratuiti si è cercato di capire quali saranno le evoluzioni dei media e come le nuove tecnologie possano aiutare la professione.
Twitter, Facebook, Social media marketing, reporting, storytelling, terrorismo, sono solo alcune delle parole chiave che ha regalato la nona edizione del festival. Snowden, i 60 anni de L’Espresso, Gazebo live, Erri De Luca, Travaglio, Mentana, Zerocalcare, Buttafuoco, Iacona, Severgnini, l’epica minore dello sport raccontata attraverso brocchi, gregari e perdenti, Charlie Hebdo, invece, sono stati alcuni degli eventi più importanti che lo hanno caratterizzato.
C’era anche una nutrita pattuglia calabrese presente alla cinque giorni perugina. Oltre a chi scrive, c’erano i colleghi Alfredo Sprovieri, Alfonso Bombini, Pablo Petrasso, Alessia Truzzolillo, Francesco Veltri, Mariarosaria Petrasso, Claudio Cordova, Mita Borgogno e Antonella Scalzi (che ha effettuato volontariato presso la radio del festival), ai quali si aggiungono aspiranti giornalisti provenienti da ogni parte della Calabria. Calabresi anche alcuni relatori dei panel. Basti pensare all’inviato del Tg1 Amedeo Ricucci, che ha raccontato la professione del videomaker, o al condirettore di Repubblica.it, Giuseppe Smorto.
Interessa sapere come si è giornalisti in Calabria ma, fortunatamente, ormai nessuno ti guarda più come se fossi uno strano animale venuto chissà da dove. Ci si confronta, si discute, c’è chi è curioso di sapere come sia praticare la professione dove la criminalità ha un peso molto forte.
Perugia è stata quello che tutti sogniamo: un luogo di confronto e crescita professionale, un posto in cui capire dove andrà il giornalismo nei prossimi anni sapendo di dover stare al passo con il proprio tempo per saper raccontare gli eventi che accadono. (giornalistitalia.it)
Francesco Cangemi