Guerre, complotti, criminalità organizzata, terrorismo e adesso il maledetto virus

Giornalisti, il nemico è sempre dietro l’angolo

ROMA – La Giornata Internazionale per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti venne indetta nel 2013, con la Risoluzione dell’Onu recante il n. 68/163 a ricordo del duplice omicidio in Mali, a Kidal, il 2 novembre di quell’anno, di Claude Verlon e Ghislaine Dupont, che vennero assassinati, crivellati da decine di proiettili, al termine di un’intervista ad Ambery Ag Rissa, portavoce del Movimento nazionale per la liberazione di Azawad, da quattro uomini armati.

Claude Verlon e Ghislaine Dupont

Un’esecuzione, tra le tante, troppe, che ha fatto ritornare alla mente quelle di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, Maria Grazia Cutuli, Daphne Caruana Galizia, Anna Stepanovna Politkovskaja, Andrea Rocchelli, Enzo Baldoni, Antonio Russo, Marcello Palmisano, impegnati in ogni parte del mondo per raccontare i fatti, all’insegna della loro professionalità e indipendenza.
La memoria corre a tutti, indistintamente, i giornalisti che hanno perso la vita uccisi dalle mafie, che solo in Italia raggiungono un numero considerevole. Impossibile citarli tutti, sono tanti, ma i loro nomi sono diventati simboli ed esempi: Beppe Alfano, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Pippo Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato. Come lo sono stati Walter Tobagi, Carlo Casalegno e tutti gli uccisi negli anni di piombo dalle BR.

Mario Francese

Ma piangere i morti, e casualmente la Giornata ricade il 2 novembre, non basta: l’attività di prevenzione dei crimini è importante, indispensabile, come testimonia – solo in Italia – il considerevole numero di coloro che sono sotto scorta per minacce e intimidazioni subìte, con ben 83 nuove denunce dall’inizio di quest’anno.
Un particolare non trascurabile e sicuramente grave è costituito dal fatto che dall’istituzione della Giornata, sette anni fa, sono più di mille i cronisti uccisi e che la maggior parte dei crimini avviene in contesti non di guerra, con un’altissima percentuale di casi rimasti insoluti, che si aggira intorno al 90%! “Omertà politica”? Difficile che per crimini ordinari si registrino numeri di casi rimasti senza colpevoli.
Oggi la categoria dei giornalisti combatte contro un nemico diverso dai rivoluzionari africani o afghani o kossovari. Leggere le notizie di questi ultimi giorni su Giornalisti Italia è come scandire un vero e proprio bollettino di guerra: il Covid, solo in questo periodo, si è portato via Claudio Traversa, Giovanni Bartoloni, Rosario Mazzitelli, Gianni Molè e Pino Scaccia, che ha vissuto parte della sua vita in tutto il mondo tra le guerre che hanno cambiato la storia, ma nulla ha potuto contro il perfido virus. Ma i giornalisti continuano ad essere bersaglio degli uomini, e minacce e intimidazioni non cessano di essere perpetrate. (giornalistitalia.it)

Letterio Licordari

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