ROMA – “Troppo vecchi per il mercato del lavoro e lontani dalla pensione”, in altri termini esodati: per questo un comitato di giornalisti dell’Unità ha scritto una lettera–appello al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Andrea Martella, per chiedere “un impegno immediato di governo e Parlamento” per “i giornalisti dipendenti di aziende che hanno cessato l’attività o fallite. Si tratta del segmento più debole nel settore”.
Chiedono, in sostanza, la possibilità di andare in pensione anticipatamente.
“Abbiamo apprezzato la decisione del governo di affrontare già in legge di Bilancio la profonda crisi che investe il settore editoriale”, scrivono gli esodati dello storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci, che non va in edicola da oltre due anni.
“Ma non ci sono solo esuberi da gestire aiutando con soldi pubblici le ristrutturazioni dei grandi gruppi editoriali. Nella martoriata categoria dei giornalisti – sottolineano – c’è chi non può neanche permettersi una ristrutturazione, chi non ha nulla. Ci sono gli esodati, come noi de l’Unità. Un gruppo di professionisti, in maggioranza donne, che ha pagato il conto salato di ben tre stati di crisi e anni di cig e solidarietà a rotazione per mandare in prepensionamento i colleghi più anziani”.
“Al dramma della chiusura della storica testata, e allo spettro dei licenziamenti che si avvicina con la fine della Cig il 31 dicembre 2019, si aggiunge il nostro dramma: alla fine della disoccupazione – sottolinea la lettera – avremo tutti più di 60 anni. Saremo troppo vecchi per il mercato del lavoro e lontani dalla pensione, a cui avremmo diritto dopo tanti anni di contributi versati. Per questo – concludono – chiediamo di poter avere la possibilità, come avranno i colleghi di altre testate con i prepensionamenti, e i lavoratori di altre categorie con l’Ape, di un anticipo dell’età pensionabile”. (ansa)
Appello dei cronisti dell’Unità: “Troppo vecchi per il lavoro e lontani dalla pensione”