ROMA – Le forze talebane in Afghanistan stanno prendendo di mira giornalisti e altri operatori dei media, incluse numerose donne: lo denuncia Human Rights Watch.
«Le minacce e gli attacchi contro i giornalisti in tutto il paese sono aumentati notevolmente da quando sono iniziati i colloqui tra il governo afghano e i talebani – avverte l’organizzazione per i diritti umani –, accrescendo le preoccupazioni sulla conservazione della libertà di espressione e dei media in qualsiasi soluzione di pace».
Minacce, intimidazioni e violenze sono state rivolte da autorità e semplici militanti contro membri dei media nelle aree in cui i talebani hanno un’influenza significativa, così come a Kabul. Minacce che in alcuni casi hanno preso di mira le famiglie, costringendo i giornalisti a tacere, o a lasciare il proprio lavoro.
Human Rights Watch ha intervistato 46 lavoratori dei media afgani tra novembre 2020 e marzo 2021. Tra gli intervistati c’erano 42 giornalisti nelle province di Badghis, Ghazni, Ghor, Helmand, Kabul, Kandahar, Khost, Wardak e Zabul. Quattro di loro avevano lasciato l’Afghanistan a causa delle minacce.
«Un’ondata di minacce e uccisioni ha inviato un messaggio agghiacciante ai media afghani in un momento precario, mentre gli afghani di tutte le parti in causa si preparano a negoziare la protezione della libertà di parola», ha detto Patricia Gossman, direttore associato per l’Asia di Human Rights Watch.
«Mettendo a tacere i critici attraverso minacce e violenza, i talebani hanno minato le speranze di preservare la speranza di una società aperta nel Paese», ha concluso. (ansa)