ROMA – Giornalismo d’inchiesta ancora nel mirino di quanti non gradiscono le scomode verità. Nello Trocchia, inviato del programma “Nemo, Nessuno Escluso” di Rai 2, ha subito una violenta aggressione mentre si trovava insieme al film maker Riccardo Cremona sulla scena dell’omicidio di Omar Trotta, il 31enne pregiudicato ucciso a Vieste all’interno del suo locale. Trocchia ha riportato un trauma contusivo facciale ed escoriazioni ed è stato curato al pronto soccorso di Vieste. La troupe di Nemo sta realizzando un reportage sulla mafia foggiana.
I particolari dell’aggressione sono stati resi noti dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana che, nell’esprimere solidarietà e vicinanza, riferisce che i due sono in Puglia per realizzare un servizio sulle infiltrazioni mafiose nell’area del Gargano.
Ignoti hanno prima intimato loro di andarsene, poi uno di essi ha assalito Trocchia a calci e gli ha sbattuto la testa contro un muro. Il collega è stato costretto a recarsi al pronto soccorso per farsi medicare.
“L’auspicio – commentano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – è che le forze dell’ordine, che si trovavano nelle vicinanze del luogo teatro dell’aggressione, possano individuare in tempi brevi i responsabili del vile gesto”.
Già in passato Nello Trocchia era stato più volte vittima di minacce per via del suo lavoro d’inchiesta e da tempo è in attesa di un’adeguata vigilanza. “Piena vicinanza e solidarietà ai giornalisti che hanno ricevuto insulti e minacce per il loro lavoro d’inchiesta” anche dai membri del Movimento 5 Stelle in Commissione Antimafia. Riferendosi a Nello Trocchia, “più volte minacciato e in attesa di adeguata tutela, i pentastellati parlano di “un’aggressione brutale che ha costretto alle cure del pronto soccorso il giornalista”.
Solidarietà anche a Salvatore Minieri insultato e minacciato, invece, “per la sua attività d’inchiesta sui roghi tossici in provincia di Caserta, non ultimo quello di Pastorano”. Il giornalista ha sporto regolare denuncia.
“Nel frattempo, per una precedente denuncia, sono stati rinviati a giudizio – ricordano i parlamentari del M5S – Giuseppe e Gaetano Lubrano, i figli del defunto boss Vincenzo Lubrano, per tentata minaccia con l’aggravante mafiosa sempre nei confronti di Minieri per impedirgli di svolgere il suo lavoro di giornalista. Non solo esprimiamo piena solidarietà, ma confermiamo la nostra vicinanza a tutti quei giornalisti, soprattutto precari, senza contratti e coperture di nessun genere che comunque svolgono con passione e coraggio il proprio lavoro, informando e denunciando le mafie. Una società libera e democratica non può prescindere da un giornalismo libero e senza padroni”.
L’udienza preliminare è fissata per il 21 dicembre prossimo alle ore 9, davanti al Tribunale di Napoli. (giornalistitalia.it)