ROMA – “Una grande manifestazione europea per ripristinare in Turchia i diritti democratici che il contro-golpe del presidente Erdogan vuole smantellare arrestando cronisti, chiudendo organi di stampa, ripristinando la pena di morte. Una manifestazione in difesa delle libertà di tutti, non solo della stampa”. Questo l’appello lanciato dalla Federazione Nazionale della Stampa con un presidio, oggi pomeriggio in via Palestro, a poche decine di metri dall’Ambasciata della Turchia a Roma, “contro ogni forma di bavaglio”.
“Quello che sta accadendo – ha detto Giulietti – è intollerabile. Come ha scritto un grande giornalista, che ora rischia l’ergastolo, la Turchia si sta trasformando nella più grande prigione a cielo aperto. Giornalisti, professori, ricercatori, magistrati finiscono in carcere. Noi siamo contro ogni forma di bavaglio e la Turchia è oppressa da un immenso bavaglio. Siamo qui per una testimonianza, perché pensiamo che spetti alle grandi forze politiche del Paese promuovere una grande manifestazione unitaria per chiedere a Erdogan di mettere fine a questa intollerabile torsione autoritaria, affinché l’Europa si esprima in modo chiaro e comprensibile”.
“Questa – ha aggiunto il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – deve diventare la mobilitazione di tutti i giornalisti europei. Si parla di ingresso della Turchia in Europa ma mi pare che quello che sta accadendo in questi giorni non abbia nulla a che fare con la democrazia e con le buone pratiche della democrazia”.
Come ha riferito ampiamente Giornalisti Italia in altra parte del giornale, solo nelle ultime ore la scure del presidente “sultano” si è abbattuta su oltre 20 emittenti, radio e tv “colpevoli” di essere vicine al nemico di Erdogan, Fethullah Gulen, e costrette a chiudere. A 34 giornalisti è stato ritirato il tesserino professionale. Decine di siti internet sono stati oscurati.
“Contro gli arresti dei giudici, le foto dei prigionieri denudati, la chiusura dei siti d’informazione, la ripresa delle minacce verso gli ultimi media indipendenti – ha detto Lorusso – è necessario che le istituzioni europee prendano una posizione ferma, mettendo in atto misure concrete. L’Unione Europea non può rimanere in silenzio davanti a queste immagini”.
Al presidio, assieme al presidente ed al segretario generale della Fnsi, i segretari generali aggiunti Carlo Parisi e Anna Del Freo, i componenti della Giunta esecutiva Alessandra Costante, Ezio Cerasi, Silvia Garbarino, Carlo Muscatello e Mattia Motta, rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, del gruppo Pressing NoBavaglio, Tavola della pace, Amnesty International Italia, Associazione Amici di Roberto Morrione, Associazione Carta di Roma, LasciateCIEntrare, Reporter senza frontiere Italia, Arci, Cospe, Rivista Confronti, Italians for Darfur, Aamod, Rifondazione comunista, Fondazione Leo Amici, Comitato Khaled Bakrawi, Magistratura Democratica, Unione degli Universitari e Rete degli Studenti, Giornale Radio Sociale, Federazione italiana degli scrittori, Fondazione Libera Informazione, Sinistra Italiana, Osservatorio Balcani e Caucaso, Uisp Nazionale e una delegazione di parlamentari, tra cui Nicola Fratoianni e Stefano Fassina.
Alla richiesta del presidente Recep Tayyip Erdogan di reintrodurre la pena di morte nell’ordinamento giudiziario turco ha risposto il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury: “Non è la risposta. Non è mai la risposta”. Quindi ha annunciando che lunedì 25 luglio, al Pantheon, si terrà una fiaccolata silenziosa per i sei mesi dalla scomparsa di Giulio Regeni, alla quale ha aderito la Fnsi. (giornalistitalia.it)