OTRANTO (Lecce) – È giunto alla decima edizione il Festival Giornalisti del Mediterraneo, evento promosso e organizzato dall’Associazione “Terra del Mediterraneo”, in partnership con il Comune di Otranto. Insieme alla kermesse, è arrivato alla sua decima edizione anche l’omonimo concorso che quest’anno conterà tre sezioni tematiche: Terrorismo internazionale, dalla Siria all’Europa; Mediterraneo e diritti negati; Pace e immigrazione.
I candidati potranno presentare le proprie opere entro il prossimo 30 maggio 2018.
Il concorso “Giornalisti del Mediterraneo” si rivolge a giornalisti di professione e freelance, oltre che ai giovani talenti delle scuole di giornalismo, nonché agli studenti dei corsi di laurea in Scienze della Comunicazione e mira a coinvolgere reporter italiani e stranieri, della carta stampata e della televisione, del mondo del web e radiofonico.
Appuntamento ormai consolidato nel Mediterraneo, il Festival coinvolge la Regione Puglia, Legacoop Puglia, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e il suo Master in Giornalismo insieme al Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise.
«Il raggiungimento del decimo compleanno del concorso, insieme al festival – ha spiegato Tommaso Forte, giornalista e autore del Festival, – rappresenta un grande traguardo. Attraverso questi due momenti, infatti, quello che abbiamo fatto in tutti questi anni e che continuiamo a fare, è aprire un dibattito per capire, alla luce dei conflitti nel Mediterraneo che indirettamente toccano anche il nostro Paese, quali sfide ci attendono per il futuro. Ciò grazie ai lavori dei reporter che quei conflitti li vivono in prima persona, nei teatri di guerra».
«Quanto alla questione dell’immigrazione – ha proseguito Forte, parlando dell’altro tema cardine del Festival – sono tanti i pregiudizi e, talvolta, un ruolo determinante nell’alimentarli lo hanno i media».
«I dieci anni del Festival dei Giornalisti del Mediterraneo – ha aggiunto Lino Patruno, presidente della giuria – segnano un prestigioso traguardo della manifestazione e giungono in un momento di grave crisi internazionale. La guerra in Siria, la tensione nel Mediterraneo, la violazione dei diritti umani, la minaccia del terrorismo internazionale, la tragedia dell’immigrazione sono troppo vicini a noi per non coinvolgerci, non solo come giornalisti». (agi)
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