ROMA – «Non un accredito di meno» per gli stadi, «se si aprono cinema e teatri al pubblico». Questa la posizione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti – rappresentato dal presidente, Carlo Verna, e dal segretario, Guido D’Ubaldo – alla riunione svoltasi oggi in Federcalcio cui hanno partecipato anche per la Fnsi il segretario, Raffaele Lorusso, e per l’Ussi il presidente, Luigi Ferrajolo, col presidente della Figc Gabriele Gravina accompagnato, oltre che dall’ufficio stampa, dal segretario Marco Brunelli.
In vista della ripartenza dei campionati di calcio, nel protocollo definito dalla Federcalcio con il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, è infatti prevista negli stadi per ogni partita una presenza della stampa esigua e del tutto insufficiente: 20 posti per giornalisti della carta stampata, dei siti web e per i fotografi, più altri 20 per le radiotelevisioni titolari dei diritti.
«Ci sono stati punti di condivisione della questione che riguarda l’accesso di giornalisti e fotografi negli stadi, ma – informa l’Ordine giornalisti – pur in un clima cordiale sono state evidenziate criticità e paletti posti dall’attuale protocollo. Il presidente Gravina si è impegnato a fare la propria parte per migliorarlo prima della ripresa del campionato e si è reso disponibile ad un nuovo incontro dopo il Consiglio federale dell’8 giugno».
L’Ordine ha annunciato che investirà della questione il Governo e se del caso il Parlamento, non volendo mettere in discussione le misure di sicurezza, ma la coerenza complessiva tra le stesse decise in vari settori della vita sociale in questa fase.
«Al di là degli aspetti occupazionali e professionali, rilevanti in sé, la pluralità del racconto – hanno aggiunto Verna e D’Ubaldo – investe un profilo pubblicistico e il diritto del cittadino ad essere correttamente informato come è chiaro nell’articolo 21 della Costituzione per cui qualunque paletto in nome della sicurezza sanitaria deve essere ragionevolmente motivato o altrimenti rimosso».
Il presidente Gravina ha assicurato che tra una settimana, quando incontrerà il ministro per verificare la possibilità di rendere meno restrittivo l’attuale protocollo, definito quando la situazione sanitaria era ancora molto critica, si batterà per far sì che vengano tenute presenti le esigenze della stampa. L’evoluzione della pandemia dovrebbe, infatti, consentire una attenuazione delle attuali misure troppo restrittive.
Fnsi, Odg e Ussi ne hanno preso atto, sottolineando, però, la necessità inderogabile di garantire un’informazione pluralistica e il diritto-dovere di informare esaurientemente su una disciplina e un settore importanti per il Paese, tutelando l’attività di giornalisti, fotografi e operatori, dipendenti e freelance, duramente colpiti dall’emergenza sanitaria. (giornalistitalia.it)