TRIESTE – Una tragedia che ha dell’incredibile, quella avvenuta a Trieste in un appartamento di via Giulia 108, dove sono stati ritrovati morti, in avanzato stato di decomposizione, Sergio e Riccardo Visintin, padre e figlio di 82 e 50 anni, quest’ultimo giornalista pubblicista.
A fare la macabra scoperta, i vigili del fuoco, allertati da alcuni operai che stanno lavorando alla ristrutturazione dello stabile, preoccupati per il cattivo odore che fuoriusciva dall’appartamento: gli uomini del comando provinciale hanno scoperto i cadaveri distesi a terra, sopra alcune coperte, in due diverse stanze dell’appartamento all’ultimo piano in cui padre e figlio vivevano insieme. Secondo quanto riferito da alcuni inquilini del condominio, i due non si vedevano in giro da parecchio tempo ed è verosimile che fossero morti da alcune settimane.
La polizia, intervenuta sul posto insieme ai sanitari del 118, ha potuto constatare anche le condizioni di evidente disagio in cui Sergio e Riccardo Visintin vivevano: «Condizioni di abbandono spaventose», il commento di un poliziotto al momento del sopralluogo nell’appartamento in cui padre e figlio vivevano soli, dopo la morte della moglie e madre avvenuta molto tempo addietro.
Al momento non ci sono ipotesi confermate sulle cause che hanno portato al decesso dei due uomini, poiché lo stato di avanzata decomposizione dei corpi ha reso impossibile agli inquirenti, ad un primo esame, appurare la presenza di segni riconducibili a violenza. Esclusa anche la possibilità che la morte sia stata provocata da una fuga di monossido di carbonio.
Con ogni probabilità, dunque, la Procura di Trieste aprirà un fascicolo d’indagine che, attraverso accertamenti medico-legali sui cadaveri, stabilirà con precisione le ragioni della morte.
Riccardo Visintin, il figlio, era piuttosto conosciuto nell’ambiente culturale triestino. Nato il 15 ottobre 1970 a Trieste, era giornalista pubblicista iscritto all’Albo del Friuli Venezia Giulia dal 17 febbraio 2004 e lavorava occasionalmente come freelance scrivendo recensioni cinematografiche. Una passione, la sua, per il cinema che lo aveva portato a collaborare, da anni, con ShorTs, il festival estivo di cortometraggi ideato da Chiara Valenti Omero. Proprio la “squadra” di ShorTs lo ricorda come “un uomo eccezionale, buono, disponibile e con un amore per la vita raro”, sottolineando “l’immensa cultura in campo umanistico e cinematografico” del “caro amico” Riccardo.
Aveva iniziato a lavorare scrivendo per Fucine Mute, storico sodalizio culturale della Trieste di molti anni fa. Poi, nel 1998, aveva iniziato a collaborare con La Cappella Underground, occupandosi di cinema fantastico e storia del teatro. Quindi era entrato a far parte della “squadra” di ShorTs.
«Nella scrittura era sempre leggero, agile e fluido – così la giornalista Cristina Bonadei ricorda Riccardo Visintin –, aveva guizzi di bellezza non indifferenti, non era mai retorico ed aveva un utilizzo della lingua italiana molto articolato, quasi in antitesi rispetto a come si muoveva. Scrivere era la sua forma di libertà, mi dispiace tanto». (giornalistitalia.it)
I corpi di Riccardo Visintin, 50 anni, e del padre Sergio distesi a terra forse da settimane