Il fotoreporter Edgar Daniel Esqueda Castro trovato con le mani legate alla schiena

Giornalista torturato a morte in Messico

Edgar Daniel Esqueda Castro

Edgar Daniel Esqueda Castro

SAN LUIS POTOSI’ (Messico) – Il fotoreporter  Edgar Daniel Esqueda Castro, collaboratore del quotidiano Vox Populi, è stato torturato e assassinato a San Luis Potosí, capoluogo dell’omonimo Stato a 417 chilometri a nord-ovest della capitale Città del Messico. Il suo corpo è stato ritrovato mezzo nudo, con le mani legate alla schiena ed evidenti segni di tortura, in un’azienda agricola vicino ai binari della ferrovia nei pressi dell’aeroporto internazionale di Ponciano Arriaga.
La scomparsa del giornalista era stata denunciata, giovedì scorso, dal quotidiano VoxPopuli di San Luis Potosí e dal sito Metropoli, che  avevano riferito del rapimento del giornalista da parte di un commando di uomini armati, travestiti da poliziotti, che lo hanno prelevato con violenza dalla sua abitazione sulla strada La Fragua della colonia Julián Carrillo, verso le ore 8.30 del mattino. Per fare irruzione nell’abitazione hanno rotto una finestra qualificandosi come poliziotti ministeriali. La Polizia di Stato ministeriale ha, invece, immediatamente smentito di aver condotto azioni di polizia nei confronti di giornalisti della capitale.
Profondo cordoglio è stato pubblicamente espresso dai giornalisti della città, che si sono radunati davanti al Palazzo del Governo per osservare un minuto di silenzio in memoria di Edgar Daniel e consegnare al governatore una lettera con la quale chiedono un’azione rapida ed efficace nella ricerca della verità sull’omicidio del collega.
Il Messico è uno dei paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti. Nel 2017 ne sono stati uccisi 11 ed altri 14 quelli scomparsi nel nulla per le loro inchieste sul narcotraffico e la corruzione. Quello di Esqueda Castro è, inoltre, l’omicidio numero 37 di un giornalista durante il periodo di Enrique Peña Nieto.
“Se il governo messicano è davvero impegnato a garantire la libertà di stampa, come sostiene, deve impedire rapimenti e uccisioni di giornalisti”, ha denunciato Alexandra Ellerbeck, coordinatore del Committee to Protect Journalists (Cpj) per il Nord America. (giornalistitalia.it)

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