BOLOGNA – «È un passo avanti importante il riconoscimento – con il contratto siglato a Roma per le Funzioni Locali – del profilo del giornalista nel pubblico impiego, con pieno diritto di cittadinanza. Questo consentirà finalmente di fare chiarezza in quei Comuni e amministrazioni pubbliche dove finora tanti colleghi, che si occupano di uffici stampa e di informare i cittadini, hanno avuto forme e livelli di inquadramento disomogenei».
A sottolinearlo è l’Associazione Stampa dell’Emilia Romagna, che ribadisce come «ora quei profili dovranno trovare piena e concreta attuazione in sede di commissione per quanto attiene alla classificazione e all’inquadramento della categoria professionale: sede in cui Aran e Fnsi dovranno definire diritti e garanzie, partendo dalle specificità e dalle peculiarità della professione, compresa l’adesione alla cassa di assistenza Casagit».
Per l’Aser «si fa dunque ordine nelle amministrazioni locali, ma i contratti Fieg-Fnsi già riconosciuti nel pubblico vanno salvaguardati. Il contratto firmato colma un vuoto, non mette in discussione i contratti Fieg-Fnsi che in Emilia-Romagna, come in altre Regioni, sono già riconosciuti e applicati ai colleghi dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Giunta regionale e dell’Ufficio stampa dell’Assemblea legislativa».
Un’esperienza, questa, resa possibile, secondo l’Aser, da «una legge regionale, approvata in Emilia-Romagna nel 2004, esito di un lungo ma condiviso dibattito. Da qui è scaturito un modello organizzativo “tagliato” su ciò che prevede il contratto giornalistico e armonizzato con le esigenze dell’ente pubblico, e che ha permesso, in questi anni, alla Regione di razionalizzare i costi, aumentare la produttività e valorizzare le risorse interne riducendo gli affidamenti esterni, turnando sette giorni su sette. Il contratto firmato l’altra notte – incalza l’Assostampa – non deve cancellare quella legge, né obbligare il legislatore regionale a farlo. Per il Sindacato dei giornalisti dell’Emilia-Romagna è un punto fermo e irrinunciabile da tutelare e da rilanciare, a partire dal pieno adeguamento delle retribuzioni, congelate dal 2010». (giornalistitalia.it)
L’Assostampa Emilia Romagna: “Non si cancelli, però, la legge regionale del 2004”