Abderrazak Zorgui: “Se una persona otterrà un lavoro grazie a me, ne sarò felice”

Giornalista precario si dà fuoco e muore

Ancora una vittima della disperazione per il lavoro precario: Abderrazak Zorgui (a sinistra) come Mohamed Bouaziz (a destra)

KASSERINE (Tunisia) – Un giovane reporter tunisino di Telvza tv, Abderrazak Zorgui, si è dato fuoco ieri in piazza dei Martiri a Kasserine, in Tunisia. In un video postato su Facebook poco prima, il giornalista spiega le ragioni del suo drammatico gesto denunciando la sua precarietà e lancia un appello ai disoccupati della regione a scendere in piazza per reclamare il loro diritto al lavoro e ad un futuro migliore. Il giovane si scaglia anche contro il governo centrale per aver dimenticato Kasserine, spesso mascherandosi dietro alla lotta al terrorismo nella regione.
“Per quanto mi riguarda, oggi ho deciso di iniziare una rivoluzione per conto mio. Chi mi vuole sostenere è il benvenuto. Ho intenzione di protestare da solo, di immolarmi e se una persona otterrà un lavoro grazie a me, ne sarò felice”. Sono le parole del reporter precario tunisino nel video con il quale accusa il governo di non aver mai rispettato le promesse fatte dopo la Rivoluzione dei gelsomini e di continuare a favorire la corruzione invece di dare lavoro ai disoccupati.
Nel video Zorgui dice, inoltre, di parlare a nome di “tutti coloro che non hanno mezzi di sussistenza, che non possono trovare da mangiare e che quando protestano vengono accusati di terrorismo”.
Zergui trasportato immediatamente all’ospedale regionale della città in condizioni gravissime è stato trasferito al reparto grandi ustionati di Ben Arous dove poi è morto per le complicanze riportate.
Dopo il suicidio del giovane reporter, ieri sera le forze dell’ordine hanno usato i gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di giovani manifestanti scesi in piazza per rivendicare il loro diritto ad un futuro migliore e all’occupazione.
Il gesto del giovane reporter tunisino ricorda quello analogo del venditore ambulante Mohamed Bouazizi, che lo fece per protesta contro le autorità che gli avevano sequestrato la merce, il 17 dicembre 2010. Bouazizi si diede fuoco a Sidi Bouzid, e il suo gesto fu lo spunto per una serie di proteste popolari che sfociarono nella “Rivoluzione dei gelsomini” che costrinse, neanche un mese dopo, l’allora presidente Ben Ali alla fuga dal Paese.
La situazione socio-economica delle regioni marginalizzate del centro e del sud della Tunisia, dopo otto anni di promesse mancate, è rimasta pressoché la stessa con punte di disoccupazione giovanile intorno al 30%.
Il sindacato nazionale giornalisti tunisini (Snjt) a seguito della notizia della morte del giovane corrispondente ha annunciato in un comunicato la possibilità di indire uno sciopero generale della categoria. Per il sindacato infatti, è lo Stato che ha “contribuito a diffondere la corruzione e il denaro sospetto nel settore dei media assoggettandoli ad alcuni interessi”. Lo Stato tunisino inoltre, secondo quanto si legge nel comunicato, ha fallito nel controllare i media e la loro conformità alle leggi sul lavoro a scapito dei giornalisti.
È di sei agenti feriti e numerosi arresti tra i manifestanti il bilancio degli scontri avvenuti ieri sera a Kasserine, tra polizia e giovani disoccupati scesi per le strade per protestare per il diritto al lavoro contro la marginalizzazione della regione e in solidarietà al gesto estremo del reporter precario Abderrazak Zorgui. Lo ha riferito il portavoce del ministero dell’Interno di Tunisi, Sofiene Zaag, alla radio locale Mosaique fm, parlando di pietre contro le unità di sicurezza e pneumatici bruciati. (ansa)

 

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