PERUGIA – L’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e l’Associazione Stampa Umbra “valutano con estrema preoccupazione” quanto accaduto nella mattinata di oggi, giovedì 5 ottobre, nell’ambito di una vicenda che ha riguardato da un lato il questore di Perugia, Francesco Messina, e dall’altro il giornalista Enzo Beretta, invitato a una conferenza stampa all’interno dei locali della Questura.
“Al momento di avviare l’incontro – denunciano il presidente dell’Odg, Roberto Conticelli, e il presidente dell’Assostampa, Marta Cicci – lo stesso questore, per motivi non meglio chiariti e che comunque non modificano i contorni della vicenda, ha invitato il giornalista ad allontanarsi, palesando quindi, con parole e con gesti, la propria intenzione di non averlo tra i cronisti presenti nella sala utilizzata per la conferenza stampa”.
“Pure a fronte del successivo annullamento della conferenza stampa e dell’emanazione di un comunicato, che ha comunque informato i cronisti nel merito di un’operazione di polizia, stupisce – sottolineano Conticelli e Cicci – l’evidente violazione da parte di un funzionario dello Stato, tenuto per ruolo e osservanza professionale al rispetto della legge, di una norma costituzionale di assoluto rilievo, quell’articolo 21 che ai primi due commi recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure»”.
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e il presidente dell’Associazione Stampa Umbra auspicano, pertanto, “che la vicenda trovi immediata soluzione con un gesto da parte del questore che sia di rispettoso chiarimento nei confronti del collega coinvolto e in direzione del più ampio e inalienabile diritto di cronaca in capo ai cronisti e all’opinione pubblica”.
Non è la prima volta che il questore Messina se la prende con i giornalisti. Nell’aprile scorso, in occasione della Festa della Polizia, aveva accusato la stampa di “di favorire l’insorgere di un tanto diffuso quanto ingiustificabile senso di vittimizzazione indiretto che ha finito per affermare l’idea di una collettività pervasa dal senso di insicurezza e quasi priva di tutela nei confronti di una minaccia incontrollabile”.
Dichiarazione che aveva suscitato le proteste dei giornalisti che, per bocca del presidente dell’Ordine, Conticelli, avevano costretto la Questura a giustificarsi sostenendo che le esternazioni di Messina fossero animate da “uno spirito costruttivo che si evince dall’intero discorso. Incentrato soprattutto sul concetto di ‘fare squadra per la sicurezza’, con un ruolo da protagonisti che compete agli organi d’informazione. Uno spirito – affermava la Questura – sottolineato dalla citazione definizione di Joseph Pulitzer secondo il quale ‘il giornalista è la vedetta sul ponte di comando della Nave Stato, scruta attraverso la nebbia per allertare sui pericoli incombenti, resta al suo posto per vigilare sulla sicurezza e il benessere delle persone che in lui confidano’”.
Adesso alla Questura di Perugia toccherà trovare gli argomenti giusti per spiegare perché, oggi, un giornalista regolarmente invitato ad una conferenza stampa non poteva, invece, restare al suo posto per svolgere il proprio lavoro. (giornalistitalia.it)
Enzo Beretta invitato a lasciare la conferenza stampa. Protestano Asu e Odg