LOS ANGELES (Usa) – Il giornalista californiano Matthew Keys, 29 anni di Vacaville, è stato condannato a due anni di reclusione per aver contribuito a hackerare, nel 2010, il sito web del quotidiano Los Angeles Times. Sconterà la pena in un carcere federale dal 15 giugno prossimo.
Social media editor della Thomson Reuters, nell’ottobre scorso ha fornito al gruppo di hacking Anonymous nome utente e password per accedere al computer di proprietà della Tribune Company, società editrice del Los Angeles Times.
Matthew Keys è stato accusato di aver incoraggiato gli hacker ad “apportare modifiche non autorizzate a siti web” e “danneggiare sistemi informatici” del quotidiano statunitense per arrecare danno al suo ex datore di lavoro. In precedenza aveva, infatti, lavorato come produttore web per Fox 40, la stazione televisiva di Sacramento di proprietà della Tribune Company. Anche se Keys si dichiara innocente, dalle indagini sarebbe emerso che ha modificato le credenziali di accesso di 40 dipendenti della Fox e, attraverso il server aziendale, inviato con i loro indirizzi e-mail denigratorie sulla società.
Il caso del giornalista, considerato tra i migliori 140 feed di Twitter, a giudizio della Procura federale, ha provocato grande turbamento nel settore dei social media americani e proteste contro la legge del 1984 in base alla quale è stato accusato, il Computer Fraud and Abuse Act, ma è anche servita ad ammonire quanti utilizzano Internet in modo illegale, soprattutto “per vendette personali contro un ex datore di lavoro”. (giornalistitalia.it)
Matthew Keys si è vendicato del suo ex datore di lavoro editore del Los Angeles Times