GENOVA – C’è anche un giornalista freelance, Matteo Tirelli, 31 anni, di Rapallo, ma originario di Piacenza, tra i tre arrestati dalla Squadra Mobile di Genova con l’accusa di detenzione illegale di circa 1300 chilogrammi di esplosivo per fuochi pirotecnici rinvenuto nei garage di due condomini del litorale ligure.
In un box del condominio Eucaliptus di Rapallo sono stati, infatti, rinvenuti circa 800 chili di polvere pirica, sistemati in 27 scatole, dello stesso tipo di quella usata, il 28 aprile scorso, per far esplodere una campana per la raccolta della plastica davanti al Commissariato Prè, in via Balbi, vicino alla stazione ferroviaria di Genova Principe. Secondo gli artificieri, le miscele nascoste a Rapallo erano mal conservate e ossidate, ma venivano comunque confezionate nello stesso box nel quale sono state ritrovate.
A Lavagna, invece, la Squadra Mobile ne ha rinvenuti circa 500 chili in un box di via Borzone. Quantitativi – hanno spiegato gli artificieri della Polizia di Stato – sufficienti a far saltare in aria i palazzi nei quali erano custoditi.
Oltre a Tirelli, collaboratore di un quotidiano online e di un settimanale locale, sono stati arrestati Alessandro Grondona, 38 anni, di Rapallo, e Agostino Brugo, 69 anni, di Taggia. Gli investigatori della Polizia di Stato ritengono che l’esplosivo, del valore di circa 100mila euro, era già innescato, assemblato e pronto per essere utilizzato in uno spettacolo pirotecnico.
Nel corso delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Federico Manotti, è emerso anche che circa 700 chilogrammi dell’esplosivo sequestrato sono stati rubati, nel maggio scorso, in varie riprese, nella cava di Moconesi, in val Fontanabuona, rimasta incustodita dopo la morte del custode. A Grondona, accusato di essere l’autore dell’attentato contro l’auto di un ispettore di polizia, avvenuto a Casarza Ligure nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre 2012, viene, infatti, contestato anche il reato di furto.
Prima dell’arresto, Matteo Tirelli, Alessandro Grondona e Agostino Brugo erano stati convocati in Questura, ma avevano respinto ogni loro coinvolgimento nella vicenda.
Arrestato con altre due persone dalla Squadra Mobile di Genova dopo il ritrovamento