LONDRA (Gran Bretagna) – Un giornalista dell’emittente statale etiope Ethiopian broadcasting corporation (Ebc) si è rifiutato di tornare a casa dopo aver raggiunto Londra per coprire il vertice Gran Bretagna-Africa. Come riferisce la Bbc, Bilal Worku, parte della squadra che ha viaggiato con il vice primo ministro Demeke Mekonnen per il summit, lavora per Ebc da nove anni e ha dichiarato di essere stato minacciato da alti funzionari governativi, temendo per la propria vita.
«Non c’è modo di tornare indietro e vivere liberamente in Etiopia», ha detto Bilal. Il giornalista ha aggiunto che l’ufficio del primo ministro Abiy Ahmed interferisce con il lavoro dell’emittente statale.
«Non c’è libertà di stampa o indipendenza editoriale in materia. Ogni volta che provo a dire la verità con il mio lavoro ricevo minacce. Non posso dire molto perché temo per la sicurezza della mia famiglia», ha dichiarato Bilal, che ha una moglie e due figli.
Il vice amministratore delegato di Ebc, AbdelJelil Hamid, non ha potuto negare le accuse di interferenze da parte di funzionari governativi: «Non posso dire che non ci siano funzionari governativi che si intromettono, con un impatto negativo sui giornalisti, ma non è poi così grave», ha detto.
Bilal non è il primo giornalista della Ebc a chiedere asilo, preceduto da quattro colleghi.
«Ho colleghi che hanno cercato rifugio all’estero perché si sentono insicuri nel loro paese. Ho preso la decisione dopo un confronto approfondito con me stesso», ha affermato. (ansa)
Bilal Worku denuncia le minacce di alti funzionari governativi: “Non c’è libertà di stampa”