BALAMPUR (India) – Atroce fine di un giornalista e di un suo amico Dj in India: sono stati bruciati vivi da un commando che ha sbarrato la porta della casa in cui si trovavano e vi ha appiccato il fuoco. Rakesh Singh detto “Nirbhik”, 37 anni, cronista del quotidiano in lingua hindi Rashtriya Swaroop, prima di morire carbonizzato è riuscito a registrare sul suo computer una videodichiarazione nella quale afferma di essere stato «arso vivo per aver lavorato a una storia».
Il suo amico, Pintu Sahu, un Dj di 32 anni, è deceduto all’ospedale di Lucknow per le gravi ustioni riportate sul 90 per cento del corpo.
La moglie del giornalista, Vibha Singh, ha dichiarato che i vicini hanno visto due uomini entrare nella loro casa nel villaggio di Kalwari, la notte di venerdì 27 novembre, litigare con Rakesh e appiccare il fuoco. Vibha e le sue due figlie minorenni non erano in casa perché da due giorni si erano recate in visita dalla sorella di Rakesh.
Il padre di Rajesh, Munna Singh, che vive nel villaggio di Imliya, ha invece dichiarato che quattro-cinque uomini hanno avrebbero lanciato in casa degli esplosivi facendo crollare una parete.
Quanto al movente, non è ancora chiaro a quale inchiesta si riferisse il giornalista. Secondo il collega Siddharth Kalhans, Rakesh aveva recentemente denunciato irregolarità nell’erogazione di fondi da parte dell’amministrazione locale. Recentemente, infatti, Rakesh aveva confidato al magistrato distrettuale di Balrampur di tenere per la sua vita, ma l’amministrazione non ha preso in considerazione la denuncia. Anche per questo Vibha Singh ha espresso la propria rabbia per il fatto che la polizia non sia riuscita a proteggere suo marito.
Tre persone sono state arrestate: Ravi Chaudhary, l’ex capo del villaggio, Ram Surat e Babu Mishr e le loro posizioni sono al vaglio della magistratura. (giornalistitalia.it)