RIMINI – La Federazione nazionale della stampa e l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna denunciano un fatto di gravità inaudita: l’editore del quotidiano “La Voce di Romagna” ha licenziato una giornalista del suo giornale contestandole di avere mentito al giudice del lavoro di Rimini davanti al quale era stata citata come testimone dallo stesso Sindacato dei giornalisti nel processo per comportamento antisindacale intentato dall’Aser contro l’editore Giovanni Celli, che aveva licenziato con un pretesto un componente del Comitato di redazione.
In quella causa, con sentenza del 18 agosto scorso, il giudice di Rimini, Antonio Stanislao Fiduccia, aveva accolto la richiesta del Sindacato dei giornalisti di repressione del comportamento antisindacale e ordinato l’immediato reintegro del collega licenziato e la pubblicazione del decreto sulle pagine del quotidiano “La Voce di Romagna” in data 2 settembre 2014.
L’editore, non solo non ha rispettato quest’ultima prescrizione del giudice, ma ha contestato alla testimone di aver rivelato al giudice circostanze false. Una contestazione finalizzata al licenziamento della collega, ma del tutto pretestuosa in quanto i fatti rivelati sono suffragati da prove materiali e testimonianze.
Fnsi e Aser ritengono gravissimo il tentativo di intimidire una teste, che tra l’altro attende la corresponsione di nove mensilità arretrate, a cui si vorrebbe far pagare con il licenziamento l’essersi comportata secondo quanto prevedono le leggi, la deontologia e la dignità personale.
Il Sindacato dei giornalisti è al fianco della collega e si impegna a respingere con ogni azione e in tutte le sedi le rappresaglie aziendali.
L’editore “ha mentito al giudice del lavoro”. Fnsi e Aser: “È solo un’intimidazione”