Siddi (Crtv): “Quello di radio e tv è un ruolo fondamentale, tra eredità e innovazione”

Giornalismo radiotelevisivo, un valore da riformare

Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Tv

ROMA – Radio e tv hanno sempre investito in giornalismo professionale e digitalizzato e oggi  sono quanto mai necessari una riforma ed un welfare di tutto il sistema informativo. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria RadioTv, Franco Siddi, nell’audizione all’Agcom sulla professione giornalistica al tempo del Covid-19.
«Lo svuotamento delle redazioni non è, fino a questo momento, fenomeno proprio del giornalismo radiotelevisivo, – ha affermato Siddi durante la consultazione – che ha riaffermato, anche in occasione della situazione emergenziale in atto, il proprio ruolo fondamentale e insostituibile nel sistema dell’informazione. Quello delle imprese radiotelevisive è infatti un servizio di preminente interesse generale, costituzionalmente garantito, che offre un’informazione costante, qualificata e verificata e una programmazione culturale e di intrattenimento in grado di diffondere senso civico».
«Tuttavia ove continuasse l’emergenza – ha proseguito il presidente di Confindustria RadioTv in audizione all’Agcom – si porrà un problema di sostenibilità anche in questo settore, poiché gli investimenti in tecnologia, produzione e acquisto di contenuti sono rilevanti e assolutamente indispensabili per la sopravvivenza delle imprese radiotelevisive italiane. Il mercato è infatti soggetto alla concorrenza invasiva delle grandi multinazionali che sfruttano a loro vantaggio le lacune dei sistemi normativi e regolamentari».
D’altronde, l’abbattimento dei ricavi pubblicitari a seguito dell’emergenza Covid 19 ripropone la necessità di affrontare in modo sistematico il problema della sostenibilità dell’informazione.
«Nella prospettiva di una necessaria grande riforma dei media, – ha ribadito Siddi – non ha più senso pensare al giornalismo nell’ottica degli old media (stampa) per quanto questi abbiano bisogno di interventi specifici: il sistema largo dell’informazione viaggia ormai su una pluralità di canali e mezzi e si avvale di professionalità qualificate, nuove e interdipendenti, verso le quali occorre ripensare regolazione, sistemi di riconoscimento professionale, economico e previdenziale. Crtv si è sempre impegnata per una riforma globale non legata a spicchi del sistema, per sostenere chiunque produca informazione in qualunque accezione, piuttosto che disperdere risorse in tante azioni di corto respiro, occorre prevedere sostegni economici per il lavoro, per esempio intervenendo con defiscalizzazione degli oneri sociali o riconoscendo contributi agli editori parametrati in ragione dell’occupazione, dei fatturati e delle azioni innovative. Qui va concentrato il maggior investimento e il maggiore intervento pubblico: il giornalismo, nella sua nuova accezione, è caratterizzato dal lavoro di addetti qualificati ed esperti».
Altro punto cruciale, sottolineato dal presidente di Confindustria RadioTv, è «l’impegno del settore per una informazione di qualità e scevra da fake news: la pandemia da Coronavirus ha indicato con chiarezza l’urgenza di affrontare il tema della disinformazione online e la necessità di una risposta coordinata, efficace, tempestiva. Radio e televisioni hanno portato nell’esperienza digitale tutte le caratteristiche del giornalismo tradizionale, con le connesse garanzie: a fronte di un giornalismo profilato e a misura del consumatore, le testate giornalistiche dei nostri associati praticano, invece, ancora la ricerca della notizia come informazione da fornire al pubblico per consentire la formazione di una opinione».
Davanti all’Agcom, Franco Siddi ha, poi, passato in rassegna i dati che caratterizzano la filiera dell’informazione radiotelevisiva rappresentata in Crtv, ossia 22 testate nazionali, 78 locali, organizzate in redazioni di professionisti (giornalisti o pubblicisti), questi ultimi incardinati in un rapporto lavorativo stabile: l’output è di oltre 5 mila ore annue complessive di notiziari e rassegne e centinaia di ore di collegamenti, rubriche e approfondimenti.
«Ciò ha creato una vera e propria catena – ha rimarcato Siddi – del valore dell’informazione sul territorio nazionale che ha consentito di trasmettere informazione qualificata e verificata, anche dal punto di vista delle fonti, in quanto frutto del lavoro redazionale sistematico e professionale. Si tratta dell’eredità della normativa di settore, un patrimonio promosso dal legislatore nel momento in cui ha scelto di privilegiare l’informazione quale genere caratterizzante l’attività delle emittenti. Eredità e innovazione: sotto il profilo della digitalizzazione, l’intero settore ha visto una forte proiezione verso i nuovi media e lavora in maniera cross-mediale per il web ed il mobile e con una sempre maggiore presenza in rete di tutti i servizi informativi anche nell’ambito dei social media. Sono molte le agenzie multimediali collegate agli editori radiotelevisivi diventate da semplici fornitori di servizi, produttori e distributori di contenuti multipiattaforma». (giornalistitalia.it)

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