Carlo Parisi (Fnsi) al Glocalnews di Varese: “È ora di dare dignità e tutele a chi lavora”

Giornalismo on line solo con qualità e contratto

Da sinistra: Marco Giovanelli, Saverio Zeni, Carlo Parisi, Pier Luca Santoro, Adriana Lotti e Michele Mancino

VARESE – Ma quanto è nuova la frontiera dell’informazione prossima ventura? Gli elementi di innovazione sono poderosi con file, cip, byte e una quantità di altre diavolerie tecnologiche ad affollare il futuro del mondo delle notizie. E, tuttavia, il mestiere del giornalista del terzo millennio non è così diverso dai tempi di Gutenberg. Occorre la stessa capacità di comprensione, identico sforzo di approfondimento, uguale curiosità per affrontare argomenti solo in apparenza banali. Il nemico – ieri come domani – resta confinato fra superficialità, supponenza e noncuranza. In una parola: la sciatteria.
I giornalisti, perciò, devono fare i conti con metodi innovativi, innestati su una professionalità costante.
«Il nuovo – è il parere del segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi –  va affrontato con strumenti appropriati a cominciare da articoli dedicati del contratto di lavoro». Quello in vigore è straordinariamente efficace, ma modellato in larga misura sull’informazione assicurata dalla carta stampata. Per entrare a piedi pari nella blog-sfera occorre che le regole fra editore e giornalisti vengano adeguate.
«Abbiamo già il contratto Aeranti-Corallo per l’emittenza radiotelevisiva locale – incalza il segretario generale aggiunto della Federazione della stampa – e l’accordo Uspi per la stampa periodica esteso all’on line che è giunta l’ora di trasformare in contratto per dare dignità e tutele ad un universo di professionisti che non possono essere lasciati all’abbandono».
Intanto, occorre definire alcune figure professionali che sono tipiche del mondo di Internet: web master o web designer per esemplificare e poi immaginare aspetti contrattuali che siano sostenibili da parte delle aziende. Però, su questo Parisi è inflessibile: «Togliamoci l’idea che la professione possa confondersi con il volontariato. Il giornalismo è un lavoro e il lavoro va retribuito».
L’argomento è stato dibattuto nel corso di un seminario, dedicato ai “numeri del giornalismo digitale”, organizzato al teatro Santucci di Varese dall’Anso (Associazione nazionale stampa on line), organizzazione rappresentata dal presidente Marco Giovannelli e dal vice Saverio Zeni, in occasione di Glocalnews, il Festival del giornalismo digitale in corso nella città lombarda.
A confrontarsi su questo tema anche la responsabile dell’autorità di garanzia Agcom Adriana Lotti e Pier Luca Santoro digital marketing. A moderare il dibattito, il vice direttore di Varese News Michele Mancino.
Certo, inutile nasconderselo, l’incremento del virtuale è poderoso. Ogni minuto, nel mondo, sono migliaia i clic che dal computer o dal telefono cellulare consultano qualche sito. La maggior parte delle “pagine” possono essere classificate come “intrattenimento” mentre una porzione minima ma significativa è classificabile come “d’informazione”.
Quante in Italia? Un censimento capillare non è stato ancora realizzato e probabilmente occorrerà del tempo per monitorare nel dettaglio questo spicchio di mondo di web. Tuttavia un primo riscontro già esiste ed è stato presentato da Adriana Lotti.
Gli editori on-line del campione sono 140 e 188 i siti interamente dedicati alle news. Le “visite” sono quantitativamente significative, ma al grande traffico di like e di commenti non corrisponde un mercato adeguato. Solo il 7 per cento può esibire un fatturato prossimo al milione di euro con una redazione superiore alle 20 unità. Il 25 per cento chiude i bilanci su cifre vicine ai 100 mila euro (con 5-6 dipendenti) e il restante 68 per cento sta al di sotto dei 100 mila euro e si affida a un giornalista tuttofare che cerca notizie, le scrive, le correda di foto, scrive i titoli e le impagina.
Una specie di leit motiv ha riguardato la puntualità professionale dell’informazione. «Inutile cercare il consenso dei numeri. – è il parere di Pier Luca Santoro – . Alla quantità occorre preferire la qualità. Al posto dei volumi è necessario cercare i valori». (giornalistitalia.it)

                   Lorenzo Del Boca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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