ROMA – Se c’è un uomo nel giornalismo italiano che riesce a mettere d’accordo tutti, per competenza, professionalità, saggezza, serietà e signorilità, quello è Giancarlo Tartaglia, il più esperto conoscitore e la memoria storica degli istituti di categoria. Non poteva, quindi, andare che a lui l’alta onorificenza di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferitagli su iniziativa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Istituito con la Legge 3 marzo 1951, l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana è destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.
E Giancarlo Tartaglia, dal 1987 direttore della Federazione Nazionale Stampa Italiana e del Fondo di previdenza complementare, è un valido esempio per tutti. Professionista impareggiabile, ma soprattutto grande amico dei giornalisti che, dal 1975, devono a lui i contratti nazionali di lavoro giornalistico e le mille soluzioni ai più difficili e delicati problemi della categoria.
Nato a Massafra, in provincia di Taranto, Tartaglia, si è laureato in giurisprudenza nel 1972 all’Università di Bari e dal 1973 vive e lavora a Roma. Tra l’altro, è componente, sin dalla sua istituzione, della Commissione Tecnica per l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, insegna Diritto del lavoro giornalistico alla Scuola superiore di giornalismo “Massimo Baldini” della Luiss “Guido Carli” di Roma ed è consigliere di amministrazione dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, dove ha insegnato ordinamenti professionali. È stato amministratore unico della società Acropoli srl dal 1991 al 1994 e consigliere d’amministrazione della Nuova Eri. Ha, inoltre, collaborato con le testate “Nord e Sud”, “Archivio Trimestrale”, “La Voce Repubblicana”, “Roma”, “La Gazzetta del Mezzogiorno” e “La Sicilia”.
Ha pubblicato studi e ricerche sul mondo laico e democratico italiano, tra cui “I Congressi del Partito d’Azione 1944, 1946, 1947” (Edizioni Archivio Trimestrale, 1984), “Un secolo di giornalismo italiano. Storia della Federazione Nazionale della Stampa Italiana I (1877-1943)” edito da Mondadori (2008), “La Voce Repubblicana. Un giornale per la libertà e la democrazia” edito dalla Voce Repubblicana (2012). Un autentico capolavoro, quest’ultimo, in cui Tartaglia con grande maestria racconta quasi 92 anni di storia del nostro Paese: storie e personaggi dell’organo ufficiale del Partito Repubblicano Italiano che, andando ben oltre la mera celebrazione di un quotidiano di partito, costituiscono un vero e proprio viaggio nella memoria. Inoltre, ha scritto “Francesco Perri. Dall’antifascismo alla Repubblica” (Gangemi Editore, 2013) e curato il volume di Michele Cifarelli “Libertà vo’ cercando…Diari 1934-1938” (Rubettino, 2004) , “Scritti 1925-1953” (Mondadori 1988) e “Scritti 1953-1958” (Presidenza del Consiglio dei Ministri, 2003) dell’opera omnia di Ugo La Malfa.
Memoria storica del giornalismo italiano, Giancarlo Tartaglia di recente e non a caso è stato nominato segretario generale della Fondazione di Studi “Paolo Murialdi”, nata dalla sinergia di tutti gli Enti di categoria con lo scopo di raccogliere tutta la documentazione sulla vita e sulla storia del giornalismo italiano e di promuovere studi e iniziative sul ruolo sociale del giornalismo.
Al settore ha dedicato, nel 2003, “I contratti di lavoro e la previdenza”, nel volume “Il sistema dell’informazione” edito dal Centro di Documentazione giornalistica; nel 2004, insieme all’avvocato Bruno Del Vecchio, il “Contratto nazionale di lavoro giornalistico, commentato e annotato con la giurisprudenza”, edito dalla Officina Grafica Ianua.
Il 3 maggio scorso a Reggio Calabria, in occasione della XXIII Giornata Mondiale della libertà di stampa, organizzata dal Sindacato Giornalisti della Calabria e dalla Fnsi con il patrocinio delle Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti (Ifj ed Efj), Giancarlo Tartaglia ha giustamente detto – rivolgendosi ai giornalisti e agli studenti – che “parlare della storia della libertà di informazione in Italia vuol dire parlare della storia dell’Italia stessa”. Ammonendo che “neanche il fascismo è riuscito a mettere il bavaglio alla stampa nel nostro Paese, facciamo in modo che nessuno lo faccia mai e che neanche ci provi. Eppure, – ha detto, ancora, Giancarlo Tartaglia – in maniera diretta o subdola, ogni giorno qualcuno si industria per farlo. Difendere la libertà e la pluralità dell’informazione vuol dire, dunque, difendere la libertà tutta, la nostra e quella degli altri”. (giornalistitalia.it)
In questa Italia che troppo spesso “premia” i ladri, gli abusivi e gli incapaci, c’è finalmente da complimentarsi con il Presidente Mattarella per aver scelto tra gli uomini più meritevoli il nostro (permettetemi di dirlo) grandissimo direttore Giancarlo Tartaglia, uno dei pochi italiani che merita l’onorificenza assegnatagli.