ROMA – “L’informazione professionale, il mondo dei giornali, delle televisioni e del web è una parte irrinunciabile ed essenziale in un grande Paese democratico. Credo che il Governo abbia fatto delle cose essenziali, ha riformato l’Ordine dei giornalisti e messo parecchie risorse nell’editoria, ma bisogna fare di più”.
Da giornalista professionista qual è, il presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, – il 28° della storia della Repubblica – ha affrontato con realismo la destante crisi che colpisce il mondo dell’editoria, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno organizzata, stamane, nell’Auletta dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati dall’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione Stampa Parlamentare.
“Il di più – ha sottolineato Gentiloni – ha a che fare con la libertà e la tutela della funzione dei giornalisti e la libertà si alimenta di autonomia e stabilità nel rapporto di lavoro, che consenta a chi fa questo mestiere a farlo con la giusta indipendenza”. “La nostra affezione al sistema democratico, alla democrazia e alla libertà – ha concluso il presidente del Consiglio – resta fondamentale”.
La conferenza stampa, aperta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, alla presenza del presidente dell‘Associazione Stampa Parlamentare, Sergio Amici, ha registrato la partecipazione di numerosi giornalisti in rappresentanza delle principali testate italiane e straniere e degli istituti di categoria. Presenti, tra gli altri, per la Fnsi il segretario generale Raffaele Lorusso, il segretario generale aggiunto Carlo Parisi e il direttore Giancarlo Tartaglia, per l’Inpgi il presidente Marina Macelloni, il vice presidente Giuseppe Gulletta e il direttore Mimma Iorio, per la Casagit il presidente Daniele Cerrato e il direttore Francesco Matteoli, per l’Ordine dei giornalisti, oltre Verna, il vice presidente Elisabetta Cosci e il segretario Guido D’Ubaldo. Presenti anche gli ex presidenti Lorenzo Del Boca, Nicola Marini ed Enzo Iacopino e l’ex presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese.
Delle 51 testate accreditate, soltanto 32 hanno avuto il tempo di porre una domanda a Gentiloni che, alle 13.30, ha dovuto lasciare la conferenza stampa per il Consiglio dei Ministri che ha preceduto la salita al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a conclusione della XVII legislatura.
In apertura di lavori, Carlo Verna ha richiamato l’attenzione sul tema delle bufale che rischiano di inquinare e avvelenare sempre di più il web, soprattutto in campagna elettorale, sottolineando che “dipende da noi giornalisti, ma non solo da noi” e rivendicando che “il giornalismo professionale vuole assumersi le proprie responsabilità”, ma è necessario un sostanziale intervento del Governo per spezzare un sistema basato sullo sfruttamento”. Ricordando l’impegno della Federazione della Stampa, “in prima linea al fianco dei giornalisti e per l’affermazione del giornalismo professionale di qualità”, Verna ha denunciato che “il tema del lavoro regolare è, infatti, rimasto fuori dalla legge sull’editoria”, tant’è che “tutti gli emendamenti più importanti sono stati fatti colpevolmente decadere”. Nulla di fatto, dunque, né in materia di lavoro, né in tema di querele bavaglio e abolizione del carcere per i giornalisti “colpevoli” di reati legati alla professione. Parole di elogio, invece, il presidente dell’Ordine dei giornalisti ha avuto per l’istituzione del Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, istituito dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, con Fnsi e Odg.
Sui temi generali, Gentiloni ha evidenziato che la conferenza stampa di quest’anno ha assunto un significato particolare perché “è stato raggiunto l’obiettivo del mio Governo di arrivare alla conclusione ordinata della legislatura. A qualcuno può sembrare una mania, una formula, ma c’è di mezzo la Costituzione, innanzitutto, e c’è di mezzo l’importanza di evitare interruzioni brusche della legislatura in un momento molto delicato in cui l’economia italiana e in generale la nostra società stava leccandosi le ferite e riprendere fiato e in alcune aree si stava rimettendo a correre. Pensate quanto sarebbe stato grave e devastante avere un’interruzione drammatica della legislatura”.
Della sua esperienza, Gentiloni dà un giudizio positivo: “travagliata, ma è stata a mio avviso una legislatura fruttuosa. L’Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra. Il merito principale di questo è delle famiglie italiane delle imprese, del lavoro, di chi studia e di chi si prende cura delle persone. La politica deve avere un certo ritegno nel considerare questa ripresa frutto di questa o quella iniziativa. L’Italia si è rimessa in piedi grazie, soprattutto, all’impegno degli italiani. Non dilapidare questi sforzi è il primo impegno che i governi che verranno dovranno assumersi”.
Insomma, a giudizio del presidente del Consiglio, il suo Governo non ha “tirato a campare. Ha fatto pochi annunci, ma ha preso molte decisioni”. In tema di Antitrust, ovvero di limiti posti sulla concentrazione tra media e tlc, Gentiloni ha dichiarato che “quel limite che in Italia ha una storia, che io conosco bene, può darsi che sia un limite un po’ superato dal contesto globale, consiglierei però, quando ci sono questi limiti, di discutere a fondo che cosa fare perché il tema delle regole contro le concentrazioni è un tema crescente. Non vorrei che immaginassimo di salvarci la coscienza eliminando i limiti della stagione precedente”.
Inevitabile la domanda sul finanziamento di tre milioni di euro alla semi sconosciuta società IsiameD “per digitalizzare il made in Italy” con una norma nascosta nelle pieghe della Finanziaria, approvata grazie ad un emendamento di Ala fatto proprio dal capogruppo Pd in Commissione Bilancio, che il senatore Stefano Esposito (Pd) ha definito “una marchetta elettorale necessaria ad avere i voti di Denis Verdini – ad approvare la manovra”. “No, non ero a conoscenza. Se fossi a conoscenza di tutti gli emendamenti sarei un pazzo”, ha risposto Paolo Gentiloni, aggiungendo che “è molto importante considerare la banda ultralarga come un servizio universale, non è solo uno stare al passo coi tempi, ma è un fattore di riduzione delle diseguaglianze sociali. Si riducono le distanze culturali e sociali. Lavoriamo sull’industria 4.0 e sulla dotazione di banda ultralarga”.
Quanto al futuro, ai giovani, alla generazione dimenticata che va a votare per la prima volta, per il presidente del Consiglio “i bonus sono utili, tant’è che li usa un sacco di gente e anche i giovani. Cosa serve? Innanzitutto lavoro, lavoro e quindi – difendendolo anche con le unghie e con i denti – il ministro dell’Economia ed io abbiamo voluto nella legge di Bilancio la misura della decontribuzione del 50% che sale al 100 per cento al sud, e mi auguro apra le porte del lavoro. Poi dobbiamo lavorare molto sui valori, credo ci sia un attivismo di estrema destra, ma non penso sia un sentimento diffuso. Dobbiamo sicuramente lavorare sui grandi ideali che fanno forte la nostra Italia migliore, come l’Italia del volontariato e moltissimi sono giovani”. (giornalistitalia.it)
Il presidente del Consiglio alla tradizionale conferenza stampa di fine anno a Roma