ROMA – Cedere Gedi «non è stata una decisione semplice né presa alla leggera», ma una scelta “lungamente maturata” che arriva dopo decenni «in cui la nostra azienda ha contribuito alla nascita di questo gruppo, l’ha fatto diventare leader in Italia e l’ha gestito con molta efficacia durante la grandi crisi dell’editoria».
Tuttavia, «Cir è quotata e abbiamo la responsabilità nei confronti di tutti gli azionisti di allocare il capitale in maniera ottimale». Ad affermarlo è il presidente di Cir, Rodolfo De Benedetti, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, a pochi giorni dall’accordo raggiunto con Exor per la vendita del 43,78% di Gedi.
Ora, «concentreremo le nostra risorse – dice De Benedetti – per sviluppare Kos e Sogefi anche in vista di opportunità di consolidamento».
Alla domanda se Exor sia l’azionista giusto per Gedi, «abbiamo messo – risponde De Benedetti – il gruppo nelle mani di una società e di persone serie che conoscono questo mestiere e che hanno le risorse finanziarie per togliere l’azienda dalla Borsa e riuscire così a fare un lavoro di trasformazione con un orizzonte di medio periodo».
Sull’ipotesi di uno spezzatino, «dipenderà da loro ma ne sarei molto stupito», sottolinea.
«Noi reinvestiremo il 5% come segnale di accompagnamento in ragione di un rapporto che ci fa piacere mantenere, a fronte comunque di una governance molto chiara».
Con il padre Carlo De Benedetti, «ci siamo sentiti, era giusto metterlo al corrente. Credo che sulla questione avesse già pubblicamente espresso la propria posizione. I miei fratelli e io nel prendere queste decisioni siamo stati totalmente allineati. Spero che, girata questa pagina, i rapporti con nostro padre si possano armonizzare». (adnkronos)
“Il gruppo leader in Italia grazie a noi, lo lasciamo nelle mani di una società seria”