PALERMO – Mentre in tutta la Sicilia divampa la polemica per l’ulteriore ridimensionamento annunciato dal Giornale di Sicilia, l’amministratore delegato Lino Morgante diffonde una nota che, in buona sostanza, conferma la soppressione dell’edizione “Orientale” e annuncia che nelle aree di diffusione interessate sarà sostituita da quella di Palermo.
«Noi – dichiara Morgante – stiamo razionalizzando le edizioni. Quando abbiamo acquisito la maggioranza del Giornale di Sicilia sapevano che i problemi erano tanti e che riguardavano non solo quella testata ma il mondo dell’editoria in generale. Ci stiamo impegnando a rimettere in piedi i conti dell’azienda. Siamo editori puri e quindi non possiamo non tenere conto del rapporto ricavi-costi: i nostri introiti sono dati solo dalle vendite e dalla pubblicità. Dobbiamo prendere atto che è necessario attuare ulteriori risparmi per garantire la continuità aziendale. Noi resteremo nelle aree di Ragusa e Siracusa e nella Sicilia orientale con l’edizione principale del GdS e dedicheremo delle pagine agli eventi più importanti di quella zona com’è sempre stato».
«Il Giornale di Sicilia – è la tesi di Morgante – non sta lasciando il presidio della Sicilia orientale. Saremo presenti con l’edizione di Palermo che è la più importante e con le pagine regionali dedicate ai fatti più importanti nel territorio. Consideriamo la Sicilia una regione unica che va presidiata in tutte le sue aree tenendo però conto delle forze in campo e delle risorse di cui disponiamo».
Una risposta, quella di Lino Morgante, discutibilissima nei contenuti, ma corretta nella forma. Di tutt’altro tenore, invece, la “replica” ai segretari provinciali delle Assostampa di Catania, Messina, Ragusa e Siracusa, Daniele Lo Porto, Giuseppe Gulletta, Gianni Molè e Prospero Dente, firmata “editori e direzione Gds”.
In pratica, la seconda nota dovrebbe essere degli editori (Lino Morgante e Antonio Ardizzone) e del direttore (lo stesso Ardizzone), ma si stenta a credere che Morgante possa contestualmente firmare due note dai toni così diversi. Toni e contenuti che non hanno bisogno di commento e che decidiamo di pubblicare integralmente per correttezza di informazione, ma soprattutto per definire bene il contesto del Giornale di Sicilia.
«Non ci sorprende – è scritto nella nota firmata “editori e direzione Gds” – la plateale imprecisione nella rappresentazione dei fatti veicolata attraverso social, siti e blog, la cui credibilità e affidabilità è molto spesso almeno discutibile. Stupisce e rammarica invece la grossolana e temiamo strumentale disinformazione messa in atto da chi, come i rappresentanti del sindacato dei giornalisti, avrebbe invece il dovere istituzionale di conoscere alla perfezione il funzionamento e le dinamiche di un’azienda editoriale. Il Giornale di Sicilia non chiude quattro redazioni, come invece affermano in una nota congiunta i segretari di Assostampa Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. Semplicemente perché tre dei suddetti uffici di corrispondenza… non esistono. Mentre il quarto, quello di Siracusa, resterà in questa fase regolarmente attivo».
«La scelta di non pubblicare più, a partire dal 6 agosto, le cronache locali di queste province – aggiungono “editori e direzione Gds” – è dolorosa ancor prima per gli editori che, alla guida di aziende private, devono fare i conti con equilibri economici e finanziari oggi molto difficili da garantire. Questo perché, al di là degli sterili proclami di una certa politica e di qualunquistiche prese di posizione di chi parla senza costrutto, vendite e pubblicità nelle zone suddette garantiscono ricavi notevolmente inferiori ai costi sostenuti per ogni singola copia mandata in edicola».
«Nonostante ciò, – proclamano “datori e direzione Gds” – vogliamo rassicurare i lettori siciliani, ancor più di quanto non voglia tutelarli chi invece fa circolare notizie incomplete, quando non artatamente false: il Giornale di Sicilia continuerà a essere presente nelle piazze suddette con la propria edizione principale, quella di Palermo, dando il giusto e doveroso rilievo sulle proprie pagine quotidiane anche alle notizie che da quei territori arriveranno. Riguardo infine “alla deriva social e ai tanti finti giornalisti che popolano la rete”, non è evidentemente superfluo ricordare che le prime vittime di tutto ciò sono proprio gli editori della carta stampata. Che pure continuano a credere e scommettere sulla propria mission di avamposti di informazione affidabile e credibile sui territori, nonostante tutele imprenditoriali ed equilibri sociali e normativi imporrebbero scelte drastiche, che andrebbero in direzioni diametralmente opposte».
A proposito di “deriva social”, ma soprattutto di informazione on line, “editori e direzione” del Giornale di Sicilia hanno pienamente ragione. Quello che non dicono, però, è chi realizza e con quale contratto di lavoro le edizioni on line del Giornale di Sicilia e della Gazzetta del Sud. (giornalistitalia.it)
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