REGGIO CALABRIA – «Un inaccettabile taglio unilaterale dei compensi ai collaboratori esterni della Gazzetta del Sud, ovvero all’anello più debole della catena che, quotidianamente, garantisce la copertura delle notizie dal territorio, linfa vitale per il giornale».
A denunciarlo è Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e segretario generale aggiunto Fnsi, contestando la decisione della Società Editrice Sud annunciata via e-mail, con una scarna comunicazione firmata “la Direzione”, a tutti i collaboratori del quotidiano di Calabria e Sicilia.
Numerose sono state, infatti, le richieste di intervento giunte oggi al Sindacato Giornalisti della Calabria dai collaboratori della Gazzetta del Sud, seriamente preoccupati per «una decisione che – sottolinea Parisi – non fa altro che mortificare il lavoro dei più deboli, ma i più essenziali, considerati gli organici ridotti delle redazioni, già all’osso».
«L’emergenza sanitaria – è scritto ancora nella comunicazione dell’azienda – e la conseguente crisi economica che sta coinvolgendo il mondo intero e, in particolare, l’editoria di qualità, ci impone un ulteriore, irrinunciabile contenimento dei costi che dal 1° aprile si riverbererà anche sulla “voce” collaborazioni, che verranno “tagliate” in media tra il 10 e il 15 per cento nel compenso e nella frequenza. È un sacrificio che si aggiunge a quello che stanno sostenendo tutti i dipendenti della Ses, senza alcuna distinzione. Confidiamo in tempi migliori e nella comprensione di tutti». E parliamo di compensi lordi che, mediamente, vanno dagli 8 ai 20 euro a pezzo.
Una decisione che ha «sorpreso non poco» il Comitato di redazione, che ha chiesto un immediato confronto con la “Direzione”, «intanto per la forma inusuale, trascurando cioè quel rispetto relazionale» che il Cdr «garantisce e rivendica, nella consapevolezza che iniziative estemporanee siano controproducenti».
«Alla forma, – scrive il Cdr in una lettera all’amministratore delegato Lino Morgante e al direttore responsabile Alessandro Notarstefano – che non è un dettaglio (il Cdr è venuto a conoscenza di questa decisione dai collaboratori stessi…), si aggiunge il merito di una scelta intempestiva che indebolisce, scoraggia e mortifica quel patrimonio umano che rappresenta il valore aggiunto del nostro giornale. Non è solo l’aspetto economico, che si riflette sui già magri compensi dei collaboratori, a sollecitarci una garbata ma ferma indisponibilità verso queste forme di rastrellamento. Ci preoccupa, forse ancora di più, la scelta di incidere brutalmente in un settore vitale per col nostro giornale, creando scompiglio tra coloro i quali ogni giorno, con passione, generosità, professionalità e sacrifici garantiscono un supporto prezioso: Specie in una fase così delicata come quella che sta caratterizzando la gestione dell’emergenza Coronavirus, nella quale l’apporto di collaboratori e corrispondenti si sta rivelando di fondamentale importanza, anche nell’aggiornamento tempestivo e puntuale del giornale online». (giornalistitalia.it)