GAZA (Palestina) – Altri tre giornalisti sono stati uccisi, oggi nella Striscia di Gaza, dall’esercito israeliano. In un attacco aereo sulla città di Gaza è morto il fotoreporter Ali Salem Abu Ajwa, mentre nella zona di al-Mawasi, a ovest di Khan Yunis, un missile lanciato da un drone israeliano ha colpito un veicolo a bordo del quale viaggiavano quattro giornalisti di Al Jazeera che stavano recandosi a Rafah per realizzare un servizio.
Tra i morti Hamza Wael Dahdouh, 29 anni, figlio del capo di Al Jazeera nella Striscia, Wael al Dahdouh, che aveva già perso la moglie, un figlio e la figlia in un attacco aereo israeliano che aveva preso di mira la casa in cui si erano rifugiati nel campo profughi di Nusseirat alla fine di ottobre 2023.
Hamza è nipote di Ahmed Yassin, che fondò Hamas nel 1987 e rimase padre spirituale del gruppo fino alla sua uccisione da parte di Israele nel 2004. Ucciso anche il giornalista Mustafa Thraya, mentre i colleghi Ahmed Al-Burash e Amer Abu Amr, collaboratori dell’emittente televisiva Palestine Today, sono rimasti feriti.
Il governo di Hamas nella Striscia di Gaza in un comunicato isollecita i sindacati della stampa e dei media, gli enti legali e le organizzazioni per i diritti umani a «condannare questo crimine e a denunciare la sua reiterazione da parte dell’occupante». Secondo Hamas, «Israele ha ucciso di proposito i giornalisti per “terrorizzare” i colleghi affinché smettano di fornire notizie da Gaza».
Nel 2023 il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha documentato l’uccisione di 102 giornalisti e il ferimento di altri 71 colleghi da parte delle forze di occupazione israeliane.
Al Jazeera condanna con forza l’uccisione dei suoi due giornalisti nel nord di Rafah sottolineando che «l’attacco dimostra senza dubbio la determinazione delle forze israeliane a continuare questi brutali attacchi contro i giornalisti e le loro famiglie, con l’obiettivo di scoraggiarli dallo svolgimento della loro missione, violando i principi della libertà di stampa».
Al Jazeera, nell’impegnarsi ad adottare «tutte le misure legali per perseguire gli autori di questi crimini e a sostenere tutti i giornalisti a Gaza», chiede alla Corte penale internazionale, ai governi, alle organizzazioni per i diritti umani e alle Nazioni Unite di ritenere «Israele responsabile dei suoi crimini orribili» e, nel contempo, di intimarle di «smettere di prendere di mira e uccidere i giornalisti».
L’agenzia di stampa Wafa ha reso noto che, con i due morti di oggi, sono almeno 16 i palestinesi uccisi e altri 50 feriti dopo due attacchi dell’esercito israeliano contro la città di Khan Younis e il campo profughi di al-Maghazi. (giornalistitalia.it)