ROMA – « In poche settimane, Repubblica è già cambiata. Non la riconosco più. Per questo, pur ringraziando il nuovo direttore che mi aveva chiesto di proseguire la collaborazione, preferisco interromperla qui». Gad Lerner non usa giri di parole per dire addio al giornale con il quale aveva ripreso a collaborare il 10 aprile 2019 dopo il “divorzio” del 9 giugno 2015, dopo dieci anni di lavoro, per aver visto riconosciuti dalla casa editrice compensi adeguati alle sue prestazioni professionali.
All’epoca nessun problema con il direttore, Ezio Mauro, né con la linea del gruppo editoriale allora in mano a Carlo De Benedetti, con il quale aveva cominciato a lavorare nel 1983 all’Espresso.
Oggi le motivazioni sono profondamente diverse. «Mi ero imposto di aspettare, di non fare scelte affrettate, benché – spiega Lerner – suonasse forte e chiaro il messaggio contenuto nel licenziamento senza preavviso di Carlo Verdelli. A parte quel gesto, la nuova proprietà ha ritenuto di esporre solo per vaghi accenni il progetto industriale e giornalistico intrapreso. Ma nel frattempo, in poche settimane, Repubblica è già cambiata. Non la riconosco più. Per questo, pur ringraziando il nuovo direttore che mi aveva chiesto di proseguire la collaborazione, preferisco interromperla qui. Saluto con affetto e riconoscenza tutti i colleghi, a cominciare dal fondatore Eugenio Scalfari». (giornalistitalia.it)