ROMA – Tanta Rai di ieri, mentre poca quella di oggi, questa mattina ai funerali di Ettore Bernabei, celebrati nella basilica di Sant’Eugenio, considerata la basilica dell’Opus Dei a Roma. Tanta la presenza di protagonisti della Rai del passato, a cominciare da Sergio Zavoli e Gianni Bisiach, ma anche tanti giornalisti, mentre quella di oggi era rappresentata da un solo componente del Cda di viale Mazzini, Paolo Messa, il quale alla domanda del cronista circa appunto questa ridottissima partecipazione del vertice aziendale alle esequie di una figura che pure ha avuto un peso notevole in Rai ha glissato con un “comunque c’è una rappresentanza..”.
Dall’Ufficio Stampa della Rai hanno fatto sapere, al termine della cerimonia celebrata in forma solenne, che in rappresentanza del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto c’era il suo capo staff, Guido Rossi. Tra le presenze riconducibili alla Rai, Lorenza Lei, già direttore generale; Eleonora Andreatta, attuale direttore di Rai Fiction; Gianfranco Comanducci, già capo del personale a viale Mazzini; Carlo Nardello, che qualche settimana fa ha lasciato l’azienda per un altro impegno professionale.
A una parete laterale all’altare maggiore c’erano due corone di fiori: una a firma di presidente e Cda Rai, l’altra dei dipendenti del servizio pubblico. La bara era ai piedi dell’altare maggiore, in legno chiaro e coperta di anthurium bianchi, e in più c’era un cuscino di fiori bianchi a forma di cuore. Tutti occupati i posti a sedere della navata centrale, persone in piedi nei corridoi delle navate laterali occupate a metà.
Oltre ai familiari – al grande pubblico sono noti il genero Giovanni Minoli, marito di Matilde Bernabei che oggi con il fratello Luca è a capo della Lux Vide, e la nuora Sydne Rome, moglie di Roberto Bernabei, a capo del dipartimento di geriatria al Policlinico Genelli e che ha tenuto l’orazione finale – c’erano tanti vecchi amici di Bernabei. Su tutti, un arzillo Sergio Lepri, 97 anni, che con l’ex dg Rai aveva scritto di recente un libro. E poi Maria Pia Fanfani con il figlio Giorgio; Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia; il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che con la Lux Vide aveva collaborato alla realizzazione di un’opera tv dedicata alla Bibbia; la giornalista Fiamma Nirestein. Quindi Simona Agnes (il padre Biagio oltre che a sua volta dg Rai era stato un grande amico di Bernabei); Anselma Dell’Olio; Fabiano Fabiani; il produttore tv Jan Mojto, e tanti altri ancora – specie nel campo delle produzioni tv – che nel tempo hanno avuto modo di lavorare con Bernabei e oggi rientrati dalle vacanze per non mancare all’ultimo saluto.
Spiccava anche il Gonfalone del Comune di Firenze, città natale dell’ex dg, e in rappresentanza del sindaco Nardella c’era un assessore. Non si sa a che titolo, presente anche il noto “disturbatore tv” Gabriele Paolini, che in questa circostanza si è smentito ed ha pure deposto sulla bara un fascio di fiori.
Funerali solenni, con folta presenza di operatori tv e fotografi. La cerimonia religiosa, accompagnata dal canto delle liturgie, è stata presieduta da monsignor Mariano Fazio, vicario generale dell’Opus Dei, e concelebrata da una quindicina di prelati, tra cui monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata, e monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il titolare della basilica ha raccontato, in un breve ricordo, di aver conosciuto Bernabei “come uomo e non come personaggio della televisione. Seguiva la Messa delle 10,15, i parrocchiani lo vedevano raccolto in preghiera e vi restava anche dopo la conclusione della Messa. Il suo sorriso trasmetteva pace, tranquillità”. E un altro dei concelebranti ha ricordato Bernabei come “un uomo di cultura vera. La cultura non è qualcosa di solo intellettuale, è vita e lui la cultura la viveva. Aveva fede, quella da uomo laico: non era un clericale, anzi non mancava di fare osservazioni. Era un credente vero. La Messa era il centro della sua giornata e la fiducia estrema nella Provvidenza, «tanto ci penserà il Signore», usava dire…”.
Un ricordo pubblico anche da Pippo Corigliano, ex portavoce dell’Opus Dei in Italia: “Uomo di grandi invenzioni e grande intelligenza. Pensando a lui mi viene in mente Tommaso Moro, personaggio che si è saputo confrontare con i grandi fatti. Mi viene da pensare anche a Giorgio La Pira, a Fanfani, a Jose Escriva”. Anzi, La Pira è stato una sorta di “musa ispiratrice” di Bernabei, il quale assistette al colloquio tra lo stesso La Pira e Dossetti quando questi comunicava che lasciava la politica.
“Bernabei – ha aggiunto Corigliano – aveva visioni, prevedeva cosa avrebbe comportato la crisi economica, e però aveva fiducia. È morto senza un nemico”. Infine l’orazione del figlio Roberto: “Siamo otto figli e ci ha amati tutti in modo uguale. Carezze poche ma certezza di un sua disponibilità assoluta, come se facesse solo il padre e non avesse altre responsabilità”. A 70 anni Ettore Bernabei è andato in pensione – ha aggiunto il figlio – “ed è cominciata un’altra storia, un altro traguardo coperto in 25 anni. Nel tempo è diventato da incazzoso a docile, da freddo a caldo, da impaziente a paziente. Si capiva che spesso gli costava uno sforzo enorme…”. E poi i suoi consigli: “riflettere prima di decidere; avere collaboratori più bravi di noi; aiutare i collaboratori; chiedere sempre l’aiuto di Dio; andare avanti con serenità, ascoltando tutti; perdonare tutto; essere molto paziente, dare fiducia ai collaboratori. Diceva sempre che fiducia e dedizione contano molto più di tante idee”.
Quindi l’ultimo saluto dei figli attraverso le parole di Roberto Bernabei: “Grazie padre, ci si vede, speriamo in Paradiso”. Parole cui è seguito un lungo applauso. La salma è stata quindi traslata a Castel Madama, dove sarà tumulata. (Agi)