KIEV (Ucraina) – Zhanna Nemtsova, figlia di Boris Nemtsov, uno dei più noti oppositori di Vladimir Putin ucciso lo scorso 25 febbraio a Mosca, ha lasciato definitivamente la Russia ed è fuggita in Germania.
La giovane giornalista, 31 anni, secondo informazioni esclusive del sito tedesco Spiegel Online, negli ultimi mesi ha ricevuto ripetute minacce di morte ed è entrata in rotta di collisione con le autorità russe, che ha accusato di non voler indagare ulteriormente sull’omicidio del padre.
Sino a qualche settimana fa Zhanna Nemtsova ha lavorato alla rete televisiva russa Rbk, di proprietà dell’oligarca Mikhail Prokhorov, e a Bonn, nell’ex capitale tedesca, è già pronta la nuova poltrona alla Deutsche Welle. All’emittente radiotelevisiva pubblica con un servizio internazionale che trasmette in una trentina di lingue, la figlia di Boris Nemtsov lavorerà al desk russo, come ha confermato il direttore della DW Peter Limbourg, sottolineando come Zhanna Nemstova “rafforzerà con la sua chiara posizione e la sua notorietà il programma in lingua russa”.
All’inizio di questa settimana la Nemtsova aveva già fatto capolino sui media tedeschi con un lungo articolo intitolato “Il virus della libertà” pubblicato sulla Sueddeutsche Zeitung in cui faceva i conti con Putin, con la società russa sbilanciata su posizioni nazionaliste e con il sistema mediatico appiattito sulle posizioni del Cremlino.
Anche a Rbk, alla corte di Prokhorov, secondo arrivato alle elezioni per il sindaco di Mosca dietro il putiniano di ferro Sergey Sobianyn, Zhanna Nemtsova ha dichiarato di non sentirsi libera, sebbene il canale privato non sia parte del sistema propagandistico pro Cremlino a tutti gli effetti.
“Non sono mai stata costretta a mentire, ma non posso parlare certo di libertà di pensiero”, ha scritto sulle colonne della SZ, aggiungendo che non incolpa direttamente Putin per la morte del padre, ma il presidente russo è comunque politicamente responsabile per l’accaduto.
Boris Nemtsov è stato ucciso a colpi di pistola davanti alle porte del Cremlino e per il suo assassinio sono finiti n carcere cinque sospetti di origine cecena, legati al presidente della repubblica caucasica Ramzan Kadyrov. La fuga di Zhanna Nemtsova dalla Russia è connessa all’omicidio, poiché, la giovane sottolinea, “il regime di Putin mi ha preso tutto, perché mio padre era tutto”.
La Germania diventa quindi la sua nuova patria e la Deutsche Welle il nuovo trampolino di lancio, dove “sfruttare le possibilità giornalistiche che in Russia non ho più potuto utilizzare”, ha affermato nel primo statement per la DW. Con l’avvento della crisi ucraina e la guerra di propaganda tra Kiev e Mosca, la Deutsche Welle, sovvenzionata direttamente dal Bundestag, il parlamento tedesco, nell’ultimo biennio ha potenziato la propria offerta verso le regioni in questione sia in lingua russa che ucraina investendo decine di milioni di euro. (Askanews)
E dalla Polonia arriva il Premio Solidarcosc: 1 milione di euro
Il governo polacco ha premiato la giornalista russa Zhanna Nemtsova – figlia dell’oppositore Boris Nemtsov, ucciso nel gennaio scorso a Mosca – con il Premio Solidarnosc “per la sua difesa della democrazia e dei diritti umani”.
La 31enne Nemtsova, che lavora per l’emittente televisiva russa Rbk, aveva annunciato il mese scorso di aver lasciato il Paese a causa dell’atmosfera di “violenza e terrore” aizzata dalla propaganda filo-Cremlino, e di non avere intenzione di tornare in Russia.
Il premio, consistente in un milione di euro, è stato istituito l’anno scorso in concomitanza con il 25esimo anniversario delle prime elezioni libere in Polonia. (Askanews)