Riprese già in corso nel suo paese natale di “Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua”

Fucecchio diventa il set del docufilm su Montanelli

Indro Montanelli

Indio Montanelli, nato a Fucecchio il 22 aprile 1909

FIRENZE – È Fucecchio, il paese natale di Indro Montanelli in provincia di Firenze, il set del docufilm dedicato al giornalista del Corriere della Sera e al fondatore de “Il Giornale” e “La Voce”. Sono, infatti, in corso proprio a Fucecchio le riprese di “Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua” di Samuele Rossi, documentario su una delle voci più autorevoli e discusse del giornalismo italiano, Indro Montanelli, colui che ha raccontato instancabilmente il tormentato secolo scorso, dagli anni ‘30 fino alla morte nel luglio 2001.
Il film, prodotto da Echivisivi e Alkermes in collaborazione con Sky Arte e con il sostegno del Mibact, è un viaggio fra luci e ombre della controversa figura di Montanelli e verrà trasmesso in prima visione su Sky Arte Hd il 22 luglio alle 21.10, in occasione del quindicennale dalla morte del giornalista che ha segnato in modo indelebile il giornalismo italiano. E non solo.

Un momento delle riprese sul set a Fucecchio

Un momento delle riprese sul set a Fucecchio

A caratterizzare il lavoro sarà la selezione delle pagine più singolari (di cronaca e non) dei suoi scritti, portati in scena da Roberto Herlitzka e Domenico Diele, rispettivamente nei panni del Montanelli maturo e di quello giovane.
Ad impreziosire ulteriormente la narrazione gli interventi di scrittori, storici e artisti legati a Montanelli, assieme a giornalisti, colleghi e collaboratori. Tra questi anche il professore Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi, che ha sede a Fucecchio. Anche il sindaco, Alessio Spinelli, ha incontrato Samuele Rossi durante le riprese a Fucecchio, esprimendo tutta la propria “soddisfazione per la realizzazione di questo documentario su uno dei grandi personaggi italiani del XX secolo”.
“Grazie a Indro – ha detto Spinelli – abbiamo ancora oggi la possibilità di far conoscere la nostra città in tutta Italia. Le contrade, la storia degli ingiuesi e degli insuesi, sono conosciute grazie a quello che reputo il più grande giornalista del secolo scorso. Dobbiamo essere orgogliosi del fatto che la nostra terra ha dato i natali a uno spirito libero che mai si è assoggettato al potere e che attraverso la propria professione ha raccontato con eccezionale originalità quasi un secolo di storia”.

 

I commenti sono chiusi.