TRIESTE – È stato intitolato a Marco Luchetta, Alessandro “Sasha” Ota, Dario D’Angelo, i giornalisti uccisi 20 anni fa a Mostar, e a Miran Hrovatin, morto nell’agguato a Mogadiscio insieme a Ilaria Alpi, uno dei Giardini pubblici della città di Trieste.
La cerimonia si è svolta ieri alla presenza delle autorità cittadine, del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, con il presidente Giovanni Rossi, del presidente dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello, e del presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, Cristiano Degano.
“È proprio ai bambini, ai giovani – ha detto il sindaco, Roberto Cosolini – che è rivolto in particolare il messaggio di pace e libertà in nome dell’informazione, per non dimenticare i fatti tragici delle guerre fino al punto del sacrificio della propria vita. Non a caso la scelta del giardino frequentato da bambini. Nella consapevolezza che questa esperienza di alto valore civico e formativo resti per sempre nella memoria della collettività”.
Ricordando l’omonima fondazione che segue i bambini vittime della guerra e il Premio giornalistico internazionale, Siddi ha sottolineato che “questo è un «giardino di vita». Dal sacrifico professionale abbiamo oggi una vita che rinasce continuamente anche con l’attività dell’Associazione. La memoria è vitale, dà speranza nella libertà e nella pace. Pertanto il ruolo degli operatori dell’informazione deve essere rispettato, quali testimoni di fatti, non privati, che accadono, per mettere al corrente la comunità. La valenza del servizio pubblico sta nell’informazione per una pacifica convivenza”. (Ansa).
“Sono caduti per l’informazione esercitando il mandato altissimo della cronaca”. Così l’assessore regionale alle Finanze, Patrimonio e Coordinamento delle politiche comunitarie, Francesco Peroni, ha voluto ricordare i quattro giornalisti che perirono nel 1994, i primi tre a Mostar (Bosnia) e Hrovatin a Mogadiscio (Somalia. Il giardino, che sorge in piazzale Rosmini, è frequentato specialmente dai bambini e l’intitolazione è stata messa disposizione dal Comune di Trieste con particolare sollecitudine.
Il significato della targa, ha rilevato Peroni, “è contribuire a formare la coscienza civile verso il perseguimento della pace. La ricostruzione europea – ha proseguito – giunge oggi a territori che nel 1994 erano teatri di guerra”.
Luchetta, Ota, D’Angelo e Hrovatin caddero il 28 gennaio di vent’anni fa a Mostar Est sotto una granata mentre stavano realizzando un reportage sulla condizione di vita dei bambini bosniaci durante la guerra, mentre Hrovatin perse la vita il 20 marzo successivo a Mogadiscio in un agguato insieme a Ilaria Alpi. (Agi)
In memoria dei giornalisti Ilaria Alpi, D’Angelo, Hrovatin, Luchetta e Ota