Via libera dell’antitrust all’alleanza di Netflix con televisioni pubbliche e private

Francia: “Salto” per contrastare i network Usa

La holding Netfilx capofila di un trust francese

PARIGI (Francia) – Al termine di un’istruttoria durata quasi un anno, il commissario antitrust ha concesso il via libera. In Francia, può nascere una piattaforma “video on demand” che metta insieme le televisioni pubbliche e private con Netflix.
Netflix, oltralpe, è già una realtà consolidata. In poco tempo ha inanellato almeno 5 milioni di abbonati che crescono in modo esponenziale al punto che il consiglio di amministrazione immagina di raggiungere i 10 milioni fra la fine dell’anno prossimo e l’inizio del 2021. Però, in un contesto globalizzato, con esigenze sempre più massicce e con la necessità di confrontarsi con colossi americani aggressivi (perché meglio attrezzati), la ricerca di alleati affidabili è, altrettanto, fondamentale.
Giusto per esemplificare, in Francia è atteso lo sbarco i “Disney +” che, per la potenza del marchio e la vastità di produzioni, sarebbe in grado d’impensierire chiunque. Anche chi gode di posizioni al momento solide non può rinunciare ai contributi di altri soggetti. Da qui, il progetto francese di creare una holding con caratteristiche più ampie e bacini di riferimenti allargati.
Il nuovo riferimento industriale si chiamerà “Salto” e si avvarrà del contributo (economico e di progettazione) di “France Télévision”, i canali privati “Ft!” e “M6”. Un colosso che proporrà i programmi quotidiani delle singole emittenti, una serie di replay e contenuti esclusivi. Alcune trasmissioni saranno “aperte” cioè a disposizione di chiunque. Altre, invece, saranno destinate ai titolari di abbonamenti che saranno diversamente modulati in modo da consentire la visione dell’intera piattaforma o soltanto di alcuni segmenti. Rispetto alla proposta originaria (formulata fin al giugno dell’anno scorso), la commissione antitrust ha imposto due limiti significativi.

Marchio Diseny sbarca i Francia

I programmi “in esclusiva” non potranno superare il 40 per cento dell’intera proposta editoriale. E le emittenti che fanno parte della holding non potranno ospitare gratuitamente inserzioni pubblicitarie destinate a propagandare le iniziative di “Salto”.
L’iniziativa “made in Parigi” è destinata ad aprire la strada per progetti simili che si stanno studiando un po’ dappertutto in Europa. In questo dibattito, l’Italia, come spesso accade, rappresenta il fanalino di coda ma, pur con ritardi significativi rispetto al resto del mondo, non è all’anno zero. Da qualche tempo, si discute di costruire un fronte che comprenda Rai e Mediaset per la promozione di una piattaforma digitale comune a tutti.
Il presidente della Rai, Marcello Foa, sollecita “un confronto” per verificare l’affidabilità e le possibilità di realizzazione del progetto. Piersilvio Berlusconi, patron di Mediaset, guarda addirittura più avanti e ipotizza alleanze trasversali in Europa con la tedesca “ProsiebenSat” e “Tf1” ma, anche lui onvin: “mettendoci insieme, potremmo investire molto i più”. (giornalistitalia.it)

 

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