PARMA – «Aspettiamo una vostra risposta, nel caso contrario provvederemo ad organizzare dei presidi sotto le vostre sedi». Questa l’e-mail ricevuta, ieri, da alcune redazioni giornalistiche di Parma invitate da Forza Nuova ad una “passeggiata” della sicurezza con alcuni militanti del movimento di destra.
«Il testo dell’e-mail che Forza Nuova ha inviato ad alcuni organi di informazione di Parma rappresenta – denunciano la Federazione Nazionale della Stampa e l‘Associazione della Stampa dell’Emilia Romagna – una forma di intimidazione che verrà segnalata all’Osservatorio per la sicurezza dei giornalisti del Viminale» istituito dal ministro dell’Interno, Marco Minniti.
«Nessuna “testata” contro la libertà di informazione o contro la Costituzione – sottolineano Fnsi ed Aser – cadrà nel silenzio. Coloro che con le minacce vogliono intimidire il lavoro dei giornalisti si mettano il cuore in pace: non c’è spazio per metodi fascisti”.
Fnsi e Aser sono «vicine ai colleghi di Parma, dentro e fuori dalle redazioni. La libertà di stampa va difesa quotidianamente esercitando la professione in modo libero e indipendente, senza tener conto di minacce di stampo neofascista».
Anche il Comitato di redazione della Gazzetta di Parma – tra i destinatari dell’e-mail – condanna l’intimidazione. Il Comitato di redazione del quotidiano parmigiano, infatti, «condanna fermamente il comunicato chiaramente intimidatorio di Forza Nuova, sottolineando come in passato i comunicati inviati siano stati pubblicati e anche gli eventi seguiti dalla redazione come avviene per ogni forza politica».
Solidarietà alla stampa locale anche dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: «Forza Nuova, che di nuovo non ha nulla perché rappresenta un rigurgito fascista – scrive su Facebook – minaccia la stampa locale: o venite alla nostra manifestazione o presidiamo le vostre sedi. Forse nel loro mondo funziona così, a forza di minacce. Nel mondo della civiltà funziona diversamente. Barra dritta sui nostri valori. Senza se e senza ma». (giornalistitalia.it)
Singolare invito ad una “passeggiata” della sicurezza. La Fnsi si rivolge al Viminale