LONDRA (Regno Unito) – Rispunta, forse, Jihadi John nell’ultimo video dell’Isis: sembra, infatti, essere il 23enne ex dj londinese, divenuto un boia jihadista, l’uomo che in un video minaccia di morte due ostaggi giapponesi. Il terrorista – che ha un coltello in mano, è completamente vestito di nero e ha anche il volto coperto di scuro – parla con lo stesso accento inglese del miliziano che aveva giustiziato altri ostaggi occidentali: i giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff, l’ingegnere britannico David Haines e il cooperante, anche lui inglese, Alan Henning.
Se fosse confermato che si tratta proprio di “Jihadi John”, sarebbe la prima volta che il terrorista chiede pubblicamente un riscatto. Sulla testa di Abdel-Majed Abdel Bary, questo il vero nome del terrorista ribattezzato “Jihadi John”, pende una taglia da 10 milioni di dollari offerta dal Senato Usa.
Nell’ultimo video, diffuso oggi e intitolato “Un messaggio per il governo e il popolo del Giappone”, l’uomo chiede l’equivalente di 180 milioni di euro al governo giapponese per il rilascio dei due ostaggi (esattamente la cifra promessa dal governo di Tokyo in aiuti non militari agli Stati impegnati nella lotta all’Isis). “Altrimenti – aggiunge – questo coltello diverrà il vostro incubo”.
Davanti a lui, in ginocchio – vestiti con la tunica arancione come i prigionieri di Guantanamo, con cui l’Isis presenta i suoi ostaggi – ci sono i due uomini sequestrati: Kenji Goto Jogo e Haruna Yukawa. Kenji Goto è un giornalista freelance di 48 anni, recatosi in Siria per conto proprio per documentare la guerra e il cui ultimo tweet arriva da Kobane.
L’altro ostaggio, Yukawa, 42 anni, è stato rapito a metà agosto da un gruppo islamista ad Aleppo ed era già comparso in un altro video postato su Youtube. I motivi della sua presenza in territorio siriano non sono chiari, ma l’uomo sarebbe un contractor militare privato, anche lui in Siria per conto proprio.
Intanto, il premier giapponese Shinzo Abe ha respinto la minaccia dell’Isis dichiarato che non verrà pagato il riscatto di 200 milioni di dollari equivalente all’ammontare di aiuti non militari promessi dal Giappone a chi combatte lo Stato islamico.
“Chiedo con forza che non sia fatto loro del male – ha affermato il primo ministro giapponese – e che vengano immediatamente rilasciati, sono estremamente indignato da un simile atto”.
Nel nuovo video dell’Isis Kenji Goto Jogo, giornalista freelance, e Haruna Yukawa