ROMA – In una lunga intervista all’Adnkronos, il presidente della Rai, Marcello Foa, affronta molti temi di attualità legati al Coronavirus, e non solo. Si parte dalla Rai che sarà, legata al presente del Covid-19, ma soprattutto al futuro. Come cambierà? Ecco la ricetta di Foa: «Innanzitutto, la crisi del Coronavirus ha dimostrato l’importanza del Servizio Pubblico e la sua funzione che appare indispensabile in questi frangenti. È una riflessione che proprio nei giorni scorsi ho condiviso con i colleghi europei dell’Ebu. Rilevo altri insegnamenti importanti: le esigenze maturate in tema di Istruzione devono servirci per migliorare e affinare il nostro servizio di supporto civico in caso di emergenza; dunque disporre di canali e strutture adeguate per rispondere con prontezza a esigenze particolari. Infine, ovviamente, ci saranno riflessioni operative e gestionali che però competono all’amministratore delegato».
Al presidente della Rai spetta il compito di convocare il Consiglio e fissare l’ordine del giorno, così gli abbiamo chiesto quali saranno le priorità dei prossimi Cda. «Finché l’emergenza Coronavirus non sarà rientrata, sarà questo il tema dominante. Osservo, peraltro, che il blocco delle produzioni e la sospensione di progetti nel campo della fiction e del cinema, che richiederanno mesi per essere portati a compimento, comporterà uno sforzo creativo considerevole da parte delle Reti. Non sarà semplice, un’altra sfida da vincere».
Sul tema fake news l’Adnkronos Salute ha lanciato un’iniziativa anti-fake rendendo gratuite le notizie in materia di Salute sul proprio canale. Questo le è valso il plauso del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. È un tema sul quale abbondano le polemiche e le iniziative; per Foa la Rai sta facendo molto e molto farà ancora.
«La Rai ha appena creato una task force sulle fake news legate al Coronavirus che è gestita con molto equilibrio da Antonio Di Bella. È una task force composta da medici e scienziati che permette alle redazioni di valutare notizie che sono di difficile comprensione per i giornalisti e che richiedono conoscenze specialistiche. È uno strumento interno di supporto a mio giudizio utile, che rispetta l’autonomia delle redazioni e che non ha alcuna pretesa censoria. E importante sottolinearlo».
Tema delicatissimo quello delle previsioni funeste sui ricavi pubblicitari e le spese degli eventi sportivi nel 2021 da mettere in preventivo che peseranno molto anche sull’indotto della Rai fatto di circa 2000 partite Iva che ora non stanno lavorando, di piccoli produttori di documentari e non solo che premono per poter avviare progetti già pronti con cui riempire i palinsesti che fra qualche mese potrebbero entrare in sofferenza.
Come presidente, e quindi garante della tenuta dell’Azienda, Foa intende mettere in campo un’opera di moral suasion per fare in modo che il governo restituisca alla Rai l’extragettito o almeno gli 80 milioni che le deve, ma che attualmente sono bloccati?
«Questo è un tema che è stato recepito all’unanimità dal Cda e l’Ad ha il mandato per intraprendere tutti i passi opportuni per garantire risorse economiche adeguate alla Rai. Noi – continua Foa – siamo consapevoli che il Servizio Pubblico nei prossimi mesi potrà e dovrà svolgere il ruolo di volano per un settore che è da sempre rilevante e che oggi è praticamente fermo».
Argomento Europa. Il coronavirus sta imponendo una riflessione acuta sul ruolo che l’Italia vorrà giocare in Europa e su quale nuova Europa possa nascere dal post Covid 19. Assume, quindi, un significato maggiore il ruolo della Rai nella piattaforma digitale unica di informazione europea che dovrebbe prendere il posto del canale Euronews.
Al presidente Foa abbiamo domandato, in considerazione delle sue deleghe, quale possa essere a suo parere il ruolo della Rai in questa piattaforma, quali impegni ha preso la Rai sia dal punto di vista editoriale che economico e se in Cda si è già deliberato su questo tema. E infine, una volta che il canale Euronews sarà messo da parte, a Foa sono stati chiesti lumi su cosa accadrà ai giornalisti Rai che vi lavorano attualmente.
«Il progetto di una piattaforma digitale europea – spiega Foa – si sta sviluppando in queste settimane e sta per entrare in una fase più concreta la cui implementazione non spetta al presidente, ma all’amministratore delegato che, in presenza di decisioni gestionali rilevanti, informerà il Cda. E significativo che la Rai abbia avuto un ruolo importante sin dalle prime fasi e il mio auspicio è che possa continuare ad averlo anche in futuro. Ne va anche del prestigio del nostro Paese. Quanto alla convivenza con Euronews, che peraltro non è più un’azienda pubblica, ma controllata da privati, ogni considerazione è prematura».
Negli ultimi giorni ha sollevato grandi polemiche il servizio del Tg1 su Alzano Lombardo, polemiche contro la scelta della testata di intervistare un primario con voce mascherata e volto coperto ai fini di fare luce sulla vicenda dell’ospedale dove è nato il focolaio ufficiale della Bergamasca.
Foa non si sottrae alla domanda, ma parte da una premessa: «Premettendo che ogni testata ha la propria indipendenza editoriale, è fondamentale che sia data la possibilità alle parti in causa di rispondere in tempo reale ad accuse mosse oltretutto da fonti anonime, affinché l’informazione sia oggettiva, equilibrata e verificabile. Quanto alla messa in onda di interviste “mascherate”, è un tema delicato e dibattuto anche in ambito accademico. Si tratta – ricorda il presidente Rai – di tecniche diffuse nel giornalismo di inchiesta, ma che vengono usate molto più raramente in un grande telegiornale nazionale, proprio perché facilmente oggetto di controversia e di polemica».
Quanto alla possibilità per Raiplay di offrire corsi in inglese in attesa della realizzazione del canale in inglese che è in stand by per motivi contingenti, Foa osserva: «I contenuti editoriali non rientrano nel mio mandato, certo la Rai non respinge a priori idee costruttive e di buon senso. Ben vengano tutte le iniziative che rafforzino il ruolo educativo della radiotelevisione pubblica, tanto più in momenti drammatici come questo».
Al presidente della Rai rammentiamo che, recentemente, aveva detto che a suo parere c’è una rivincita del mondo cui appartiene e che ha continuato a produrre libri, arte, musica e teatro negli ultimi decenni senza ottenere la giusta ribalta. Dunque gli chiediamo: qual è il mondo cui appartiene? E come ritiene che la Rai stia traducendo il pluralismo cui è chiamata e di cui lei è garante?
«Io ho avuto il privilegio di crescere alla scuola di Indro Montanelli, che è quella di un liberalismo classico, tenace nella difesa delle libertà individuali ed economiche ma che al contempo non è dogmatico e induce a coltivare l’arte del dubbio, a interrogarsi in continuazione su una società in continua evoluzione, e che, visto il momento in cui viviamo, è più che mai attuale. L’intellettuale davvero liberale non è conformista, è aperto verso chi non la pensa come lui.
Questa è la mia idea di pluralismo: rispetto e apertura. Il Paese – insiste Foa – ha una varietà culturale e intellettuale che spesso non ha una giusta rappresentazione nel mondo dei media e che, infatti, trova espressione soprattutto nel web. Io penso che la Rai dovrebbe rappresentare con equilibrio ma senza prevenzioni anche questo mondo, ovviamente con interpreti che siano autorevoli e credibili».
Altro motivo di dibattito, anche accesso, riguarda il discorso di Conte in diretta televisiva e l’attacco alle opposizioni, così come l’intervento della Commissione di Vigilanza Rai in proposito. «Mi sembra – taglia corto Foa – che il caso sia risolto. È normale che se il Presidente del Consiglio cita criticamente in Tv esponenti politici nell’ambito di una conferenza stampa istituzionale, costoro abbiano la possibilità di replicare. La Rai non entra nel merito, ma si sforza di garantire con equilibrio il pluralismo. Quanto a ulteriori passi della Commissione di Vigilanza, si tratta di scelte che non spettano a me e che non mi permetto certo di commentare». (adnkronos)