ROMA – La Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e la Consulta delle Associazioni regionali di stampa, riunite ieri e oggi in modalità telematica per esaminare le misure prese dal Governo per affrontare l’emergenza Covid-19, chiedono con forza all’esecutivo e ai ministeri competenti di «prevedere nuove e più incisive misure di sostegno, intervenendo in maniera coerente e decisa sul settore dell’informazione».
«Se l’informazione, come riconosciuto dal Governo, è un bene pubblico essenziale, vanno previsti – sottolinea la Fnsi – interventi mirati per consentire la prosecuzione dell’attività e garantire il futuro degli organi di stampa e la salvaguardia dell’occupazione dei giornalisti e degli altri addetti». Per questa ragione, la Fnsi chiede al Governo di partecipare, nelle forme che saranno ritenute opportune, ai tavoli di confronto e concertazione con le parti sociali.
Prevedere la definizione di uno strumento speciale, come la cassa integrazione in deroga, per affrontare la situazione di crisi non può, infatti, significare, automaticamente, che l’emergenza Covid-19 debba pesare sulle retribuzioni e sul percorso previdenziale dei singoli giornalisti. Le risorse per la contribuzione figurativa, anche in questo frangente, devono essere destinate all’ente previdenziale di categoria, l’Inpgi.
Poiché l’attuale normativa prevede l’attribuzione di contributi figurativi alla gestione Inps anche per i giornalisti che accedono agli ammortizzatori Covid, la Fnsi chiede al Governo di definire in via normativa il riconoscimento all’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani delle risorse per la contribuzione figurativa.
I giornalisti italiani, dunque, dicono «no alla strategia di agevolazioni o sospensioni dei pagamenti degli oneri contributivi alle aziende editoriali, se queste iniziative non saranno accompagnate dalle stesse misure di tutela e ristoro economico a sostegno dell’Inpgi che il Governo sarà costretto ad attivare per l’Inps».
La Giunta esecutiva della Fnsi e la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa ritengono, invece, «apprezzabile che il Governo abbia voluto riconoscere il ruolo delle parti sociali definendo, con la circolare Inps n. 8 dell’8 aprile 2020, che gli ammortizzatori sociali speciali Covid-19 debbano essere autorizzati solo con accordo sindacale. Un impegno che va ribadito anche in altre iniziative da assumersi nelle singole aziende per gestire l’emergenza, come per esempio, l’utilizzo delle ferie, arretrate e correnti».
Il sindacato dei giornalisti dichiara di non essere disponibile ad «assecondare gli editori e le loro organizzazioni datoriali in iniziative unilaterali, in forzature interpretative delle norme e nella rincorsa strumentale a ogni forma di sussidio pubblico per fare cassa e tagliare il costo del lavoro. L’eventuale accesso ad ammortizzatori speciali per la gestione dell’emergenza Covid-19 deve passare, casomai, attraverso la definizione di un protocollo fra ministeri competenti, sindacato dei giornalisti ed editori, che fissi criteri univoci per tutto il territorio nazionale e possa essere immediatamente recepito da Regioni e Province autonome».
In assenza di regole valide su tutto il territorio nazionale, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottoscriverà accordi di ammortizzatori speciali Covid-19 «esclusivamente in presenza di garanzia diretta dell’azienda ad assumersi il rischio, retributivo e contributivo, del periodo di ammortizzazione richiesto. Soltanto così, infatti, si potranno garantire i giornalisti nel caso in cui la domanda, per qualsiasi motivo, venisse sospesa e/o non approvata».
Per la stessa ragione, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana «sottoscriverà accordi in presenza di riduzione accertata dell’attività, correlata all’emergenza Covid-19, solo con la formula della rotazione fra tutti i giornalisti e non asseconderà la richiesta di Cig al cento per cento senza la contestuale sospensione totale di ogni attività».
Il sindacato dei giornalisti ritiene «condivisibile la scelta del Governo di vietare la distribuzione dei dividendi alle aziende che hanno avuto accesso ai prestiti garantiti dallo Stato fino a quando i prestiti stessi non saranno restituiti. Questa è la via maestra anche per il riconoscimento a qualsiasi titolo degli ammortizzatori sociali anche alle aziende editoriali: non potranno essere concessi alle aziende che chiudono bilanci in utile, distribuiscono dividendi e pagano super stipendi e bonus ai manager».
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che «gli ammortizzatori sociali Covid-19 non possano essere riconosciuti alle agenzie di stampa nazionali, già titolari di convenzioni pubbliche per le quali percepiscono contributi che non risulta siano stati sospesi. L’eventuale riconoscimento della Cig-Covid a siti web e testate on line avverrà solo in presenza di un accordo sindacale sulla tracciabilità degli articoli e dei servizi pubblicati».
In ogni caso, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene che «alla Cig con causale Covid-19 debbano avere accesso prioritariamente le piccole aziende editoriali, e non quelle che appartengono a gruppi quotati in borsa».
Anche alla luce della circolare del ministero del Lavoro dell’8 aprile, la Fnsi ritiene, inoltre, che «l’applicazione di tale misura debba riguardare in via prioritaria quelle realtà che non sono coperte dalla legge 416/81 oppure quelle che, pur rientrando nel suo perimetro, hanno esaurito gli ammortizzatori sociali specifici per il settore, nonché quelle con meno di 5 dipendenti». (giornalistitalia.it)