Il segretario generale Raffaele Lorusso oggi agli Stati generali dell’informazione

Fnsi, senza intervento pubblico non si riparte

Raffaele Lorusso

ROMA – “L’editoria non può ripartire senza un intervento pubblico e con il taglio al fondo per il settore che è stato fatto si colpisce il pluralismo dell’informazione e anche l’occupazione”. Lo ha sottolineato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, intervenendo all’apertura dei lavori degli Stati Generali dell’Editoria, alla Presidenza del Consiglio.
“Non criminalizzerei tutti coloro che ricevono un contributo pubblico”, ha aggiunto Lorusso ricordando che serve intervenire anche contro le querele “bavaglio” e proseguire la battaglia sul diritto d’autore sostenendo la direttiva Ue sul copyright, “perché una giusta remunerazione del prodotto realizzato dal giornalista è un principio sacrosanto”.
Lorusso ha, infine, ricordato che “più volte abbiamo chiesto al parlamento di approvare una legge contro il precariato nel
giornalismo, ma solo pochi parlamentari ci hanno ascoltato”.
Per Lorusso, che ha auspicato una discussione profonda che porti alla riforma profonda che questo settore necessita, “in questo Paese dobbiamo tornare a parlare di lavoro, anche e soprattutto nel settore dell’editoria. Tema che manca dall’agenda politica. Alle uscite per pensionamento anticipato, che hanno richiesto un impegno notevole alla finanza pubblica (dal 2014 al 2018 114 milioni stanziati), nulla è corrisposto sul piano del sostegno all’occupazione e della lotta al precariato. Oggi il modo più facile di aggirare il contratto di lavoro è quello di applicare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Abbiamo più volte chiesto a Governo e Parlamento di abolirli, ma ogni volta che è stato presentato un emendamento in questo senso è stato bocciato. L’abuso dei co.co.co. testimonia che il lavoro c’è, ma è occupazione non garantita, senza tutele. Di quale qualità dell’informazione e della democrazia vogliamo parlare se non c’è qualità nei diritti, qualità del lavoro? Riflettiamo poi su un principio deleterio che è quello della disintermediazione. Togliere di mezzo i corpi intermedi significa ridurre la democrazia a chiacchiere in rete. La democrazia presuppone informazione di qualità e quindi lavoro di qualità”.
Fra gli altri temi toccati dal segretario della Fnsi, l’esigenza di norme antitrust, sul conflitto di interessi e sulla raccolta pubblicitaria. “Questo settore – ha concluso Lorusso – non si può rimettere in carreggiata senza un ampio intervento pubblico, come successo per tanti altri settori. Al contrario abbiamo assistito al taglio all’editoria, che finirà per colpire il pluralismo e le voci delle diversità, il lavoro e l’occupazione. Serve poi intervenire per legge per superare le querele bavaglio. Affrontare il nodo delle agenzie di stampa e dell’informazione primaria. Alzare l’asticella delle regole per accedere, rivedere i criteri, ma prevedere i contributi. Questo è un settore per cui non sono previste procedure di infrazione per sostegno pubblico: è evidente che l’Europa sa che l’informazione è la base della democrazia”.
Infine il copyright: “Con i nostri organismi internazionali stiamo sostenendo la riforma perché in queste ore si sta facendo disinformazione sul tema. Noi riteniamo che chi utilizza il lavoro altrui debba pagarlo. Chi fa raccolta pubblicitaria e commercio di dati è necessario che paghi per i profitti che realizza. Altrimenti tra non molto ci ritroveremo qui a parlare di qualcosa che non ci sarà più. Ovvero l’informazione libera”. (giornalistitalia.it)

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