Nel processo per le minacce a Borrometi il sindacato per la prima volta parte civile

Fnsi: «Sentenza storica, i colleghi non sono soli»

Fnsi e Borrometi

Anna Del Freo, Francesco Paolo Sisto, Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti, Carlo Parisi e Paolo Borrometi in Fnsi

ROMA – «La sentenza di condanna di Giambattista Ventura, accusato di aver minacciato di morte il giornalista Paolo Borrometi, dà ragione alla Federazione Nazionale della Stampa, che per la prima volta ha voluto costituirsi parte civile”.
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il presidente Giuseppe Giulietti, nel commentare la sentenza emessa oggi dal Tribunale di Ragusa, ricordano infatti che “chi minaccia un giornalista, in questo caso Paolo Borrometi, minaccia il diritto di cronaca e indebolisce il diritto dei cittadini ad essere informati. Per questo va perseguito in tutte le sedi, non lasciando soli i colleghi minacciati”.
Nel sottolineare che “il risarcimento liquidato dal giudice sarà destinato al fondo di solidarietà della Fnsi per il sostegno dei colleghi più deboli”, il sindacato dei giornalisti italiani rivolge un ringraziamento particolare agli avvocati Francesco Paolo e Roberto Eustachio Sisto, che hanno assistito gratuitamente la Fnsi nella costituzione di parte civile.
Come già riferito da Giornalisti Italia, si è chiuso oggi con una condanna a un anno e otto mesi di reclusione il processo a carico di Giambattista Ventura, accusato di aver minacciato di morte il giornalista Paolo Borrometi. Il Tribunale di Ragusa ha anche stabilito in 25.000 euro la somma che Ventura dovrà versare a Borrometi per il danno subito, oltre alle spese processuali, e 2.500 euro a ciascuna delle altre parti civili, tra cui la Federazione nazionale stampa italiana.
«Siamo molto soddisfatti”, hanno, dal canto loro, commentato gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto, che hanno assistito la Fnsi nella costituzione di parte civile. “Il giudice di Ragusa – evidenziano – ha riconosciuto, insieme con la responsabilità penale dell’imputato, anche e soprattutto il diritto della Federazione nazionale della stampa italiana al risarcimento del danno, così riconoscendo la piena legittimazione della Fnsi a sostenere in proprio i diritti dei giornalisti colpiti da comportamenti di rilevanza penale. Si tratta di una sentenza storica che, in nome del diritto vivente, riteniamo possa consentire oggi alla Fnsi di proseguire più convintamente nel perseguimento dei suoi scopi istituzionali, anche nei processi». (giornalistitalia.it)

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LA SENTENZA

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Fondazione Caponnetto: “I giornalisti non si minacciano”
ROMA – La Fondazione Antonino Caponnetto “plaude oggi al fatto che chi ha minacciato il giornalista Paolo Borrometi sia stato condannato. I giornalisti non si minacciano e noi siamo con loro. Detto questo occorre tenere alta la guardia su quanto avviene a Vittoria, dove c’è la mafia”.

Unci: “La sentenza indica la strada maestra per i cronisti”
PALERMO – “La sentenza di Ragusa che ha condannato il boss che minacciava di morte il giornalista Paolo Borrometi, ci indica la strada maestra sul tema delle intimidazioni. Chi minaccia un giornalista va perseguito a norma di legge”. Lo afferma il vicepresidente dell’Unci Leone Zingales impegnandosi a rimanere “sempre al fianco dei giornalisti minacciati e vittime di intimidazioni”.
“La decisione del giudice ibleo rafforza la fiducia nella magistratura – afferma, dal canto suo, il presidente del Gruppo siciliano dell’Unci Andrea Tuttoilmondo – e rappresenta un segnale straordinariamente positivo per tutti quei cronisti che come Borrometi hanno subito intimidazioni per il loro impegno professionale”.

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