ROMA – Sordo è solo chi non vuol sentire. Ma diciamo le cose come stanno. Beppe Giulietti non è stato eletto non perché mancassero i numeri, ma perché per una sua decisione personale dell’ultima ora ha rinunciato alla candidatura. Al Consiglio Nazionale di mercoledì, la maggioranza c’era ed era pronta: e quando è arrivato il no di Beppe, ha preferito allontanarsi per far mancare il numero legale.
I conti, però, sono presto fatti: 80 – quelli che avrebbero votato Giulietti – fuori; 36 dentro. E tra questi 36, una dozzina pronti anch’essi a sostenere Giulietti e l’attuale segreteria. Risultato: 96 a 24. Si trattava di una maggioranza ancora più ampia di quella che sostiene oggi il lavoro della Segreteria.
E diciamolo chiaro: gli oltre ottanta colleghi che hanno fatto la scelta politica di far mancare il numero legale del Consiglio nazionale, lo hanno fatto esclusivamente per rispettare la decisione di Beppe Giulietti.
Rispettiamo le motivazioni di Beppe, legate agli attacchi personali che quello sparuto gruppo di colleghi, che si vuol considerare ancora di maggioranza, ha perseverato nel portare avanti. Con un unico obiettivo: delegittimare il ruolo e l’impegno di Beppe. E con questo mettere in difficoltà l’attuale gestione della Federazione.
Peccato. Si è persa l’occasione di avere ai vertici della Federazione una figura impegnata da sempre in temi e valori del giornalismo italiano.
I consiglieri nazionali Fnsi di Stampa Democratica
Paolo Perucchini
Anna Del Freo
Rosi Brandi
Andrea Morigi
Fernanda Pirani
Gabriella Piroli
Franz Foti
Giovanni Negri