ROMA – “Un nuovo oltraggio al diritto al lavoro che non può passare sotto silenzio e che, ancora una volta, attesta come nel panorama dell’editoria italiana ci sia chi, senza riguardo alcuno, passa sopra a diritti e dignità dei giornalisti”. La Giunta esecutiva della Fnsi, riunita oggi a Roma con la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa, giudica così il licenziamento della giornalista Clara Settimo dalla rivista Marie Claire edita dalla Herst.
A distanza di un anno e mezzo dal caso Alba Solaro, il gruppo Hearst si rende, infatti, protagonista di un nuovo inaccettabile licenziamento adducendo “motivazioni economiche“.
Fnsi e Alg contestano il licenziamento che, “come nel caso Alba Solaro, poggia su giustificazioni generiche e che, proprio per la loro debolezza, rafforzano il dubbio di un atteggiamento volutamente discriminatorio, peraltro reiterato, di Hearst nei confronti della collega”.
La Giunta esecutiva della Fnsi chiede, quindi, a Hearst di “ritirare immediatamente il licenziamento di Clara Settimo e di rendersi disponibile a un confronto ampio e franco sulla situazione generale del lavoro all’interno del gruppo, sia per quanto riguarda le testate cartacee sia per le edizioni e i contenuti digitali parte dei quali realizzati in Svizzera con lo scopo di eludere le tutele contrattuali”.
La Giunta Fnsi “impegna, inoltre, il sindacato nazionale e territoriale affinché il sostegno alla difesa della collega Clara Settimo si concretizzi in tutte le sedi e con ogni iniziativa ritenuta utile, supportando fin d’ora le colleghe e i colleghi di Hearst nelle manifestazioni che vorranno avviare”.
Infine, la Giunta Fnsi “impegna il sindacato a dar corso a tutte le azioni ritenute opportune per contrastare qualsiasi comportamento lesivo del diritto al lavoro messo in atto da Hearst nelle sue edizioni cartacee e digitali; ciò a tutela dell’occupazione di colleghe e colleghi, nonché del diritto stesso al lavoro giornalistico in quel gruppo”. (giornalistitalia.it)
“Inaccettabile licenziamento da Hearst Marie Claire. L’azienda ritiri il provvedimento”