ROMA – “La riunione di oggi non nasce come reazione emotiva, ma per dare un segnale forte ad un modo sbagliato di intendere le ristrutturazioni aziendali. Un processo di tagli indiscriminati che va avanti da dieci anni e che ha portato alla perdita di circa tremila posti di lavoro”. Con queste parole, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha aperto la Conferenza nazionale dei Comitati e dei Fiduciari di Redazione, che si è tenuta oggi, nella sala “Walter Tobagi” di Corso Vittorio Emanuele II, a cinque giorni dal suicidio del poligrafico quarantanovenne che si è impiccato, nello stabilimento di Gorizia del Gruppo Gedi, dopo aver appreso la notizia della chiusura del centro stampa nel quale lavorava.
Nel criticare l’impostazione “ragionieristica” dei tagli nelle aziende editoriali, Lorusso non ha esitato a puntare l’indice “sull’inaccettabile uso indiscriminato dei co.co.co. e dei pensionati in redazione. Un circolo vizioso – ha sottolineato – che va spezzato”. Certo, nella partita un ruolo fondamentale lo gioca il Governo, che “deve immediatamente pronunciarsi su cosa intende fare”.
Il segretario della Fnsi ha, quindi, ricordato le interlocuzioni già avute con la nuova maggioranza di governo. A partire dall’incontro avuto ieri con il nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi, al quale è stata ribadita la necessità di “interventi radicali sulle leggi di sistema, per completare i processi di ristrutturazione in atto e, soprattutto, per contrastare l’abuso di lavoro precario e irregolare da parte di numerose aziende”. E la richiesta della Fnsi a Crimi di “promuovere iniziative che impediscano l’abuso di forme di inquadramento atipico, a cominciare dai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che servono soltanto a nascondere rapporti di lavoro subordinato e, quindi, a sfruttare il lavoro”, sarà ribadita domani al presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in occasione di un nuovo incontro a Montecitorio.
Lorusso ha, quindi, rinnovato ai Cdr la disponibilità della Fnsi a “dare sostegno tecnico-giuridico per una battaglia comune finalizzata a tenere in piedi il sistema, a cominciare dall’Inpgi”.
Bisogna, insomma, “rimettere al centro la qualità del prodotto, pretendendo il rispetto delle persone quale precondizione dei rapporti sindacali”, rifiutando “i modelli produttivi che si stanno delineando, improntati sulla collaborazione esterna”.
Presenti rappresentanti dei Cdr di tutta Italia, della Giunta Esecutiva Fnsi, delle Associazioni Regionali di Stampa, dell’Inpgi (il vicepresidente Giuseppe Gulletta), dell’Ungp (il presidente Guido Bossa), i numerosi interventi hanno fotografato lo stato del settore nel Paese che, paradossalmente, registra un esponenziale consumo di informazione quotidiana (nel 2017 quasi 25 milioni di letture Audipress da parte di 16milioni 707mila lettori) al quale, però, corrisponde un crollo verticale di introiti pubblicitari (pubblicità più che dimezzata e crollo delle vendite dagli oltre 6 milioni ai circa 2 milioni attuali per il cartaceo).
“Una situazione talmente critica – ha evidenziato il rappresentante di un Cdr – che, paradossalmente, in alcune aziende una decina di giorni di sciopero favorirebbero l’azienda a tal punto da rimetterle a posto i conti”.
Dunque, che fare? “Innanzitutto – ha ricordato, dal canto suo, il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi – non rinunciare all’azione sindacale facendo fronte comune con i collaboratori esterni (i lavoratori autonomi che, in numerosi giornali, forniscono quotidianamente fino al 90 per cento degli articoli pubblicati e, pertanto, vanno considerati a pieno titolo parte integrante del corpo redazionale) e con gli editori seri che, se veramente tali, non sono nemici, ma vanno considerati alleati nella battaglia comune per la difesa e la valorizzazione del giornalismo professionale di qualità e contro la concorrenza sleale dei pirati dell’editoria che sfruttano i giornalisti, non pagano stipendi e contributi e, di conseguenza, si permettono il «lusso» di vendere la pubblicità a prezzi talmente stracciati da devastare irrimediabilmente il mercato”.
“Una battaglia a difesa della professione giornalistica e della qualità dell’informazione nella quale, naturalmente, giocano un ruolo fondamentale gli editori ed il Governo, ma che deve, innanzitutto, vedere compatti e schierati sullo stesso fronte tutti gli istituti di categoria dei giornalisti (fondamentale il ruolo del Servizio ispettivo dell’Inpgi in raccordo con la Fnsi e le Associazioni Regionali di Stampa) e, soprattutto i Comitati ed i Fiduciari di redazione”.
“Se è vero – ha concluso Parisi – come hanno evidenziato in molti, che, in passato, tanti errori sono stati commessi avallando generosamente gli stati di crisi, non si può ignorare che in tanti casi quegli stati di crisi sono stati autorizzati dalle rappresentanze sindacali aziendali senza la firma della Fnsi e delle Associazioni Regionali di Stampa. Senza contare i tanti, intollerabili, casi che ancora oggi vedono esponenti sindacali testimoniare contro i colleghi che trascinano le aziende in tribunale semplicemente perché stanchi delle continue vessazioni o del mancato pagamento delle spettanze dovute che, purtroppo, in tanti, troppi, casi, ammontano persino a cifre abbondantemente sotto la soglia della povertà”. (giornalistitalia.it)
Il documento dei Cdr: “Convocare gli Stati generali dell’informazione”
Ristrutturazioni selvagge, in quasi tutti i gruppi editoriali, tagli lineari e indiscriminati degli organici, crisi aziendali senza fine, precariato sempre più diffuso. Il mondo dell’informazione annaspa nell’ennesima emergenza occupazionale e industriale.
#NonSiamoNumeri è l’hashtag che la Conferenza nazionale dei Comitati e dei fiduciari di redazione lancia dopo il suicidio di un tipografo nel centro stampa di Gorizia di cui l’editore Gedi aveva annunciato la chiusura. Una tragedia umana che non può e non deve lasciare indifferenti.
La Conferenza nazionale dei Comitati e dei fiduciari di redazione chiede alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana di farsi promotrice della convocazione e dell’organizzazione degli Stati generali dell’informazione per fare, insieme a tutti i soggetti coinvolti, un’analisi autentica e condivisa dei problemi del comparto e trovare le soluzioni. (approvato con 1 sola astensione)