FIRENZE – Il Pegaso del Consiglio regionale della Toscana, “simbolo di libertà”, a Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia, la giornalista assassinata a Malta il 16 ottobre scorso. Lo ha consegnato direttamente ilpresidente Eugenio Giani, al termine dell’incontro che si è tenuto questo pomeriggio al palazzo del Pegaso.
“Daphne Caruana Galiza è stata uccisa mentre svolgeva il lavoro più importante per tutti i cittadini, quello del giornalista che in spirito di libertà propone la verità, attraverso l’indagine e l’inchiesta. A lei va anche il nostro grazie. Il nostro cavallo alato – ha aggiunto Giani – è l’espressione della libertà ritrovata dalla Toscana dopo l’autoritario ventennio fascista”.
Corinne Vella – che questa sera ha ricevuto assieme al direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, il premio Giornalisti toscani 2017, assegnato alla memoria della sorella dall’Associazione stampa toscana – ha ringraziato il Consiglio regionale per l’incontro, ha ricordato la battaglia di Daphne e ha rilanciato il suo messaggio: “Diceva sempre che se stai lavorando per cercare la verità e tutti sono contro di te, ricorda: tu sei dalla parte della ragione, loro hanno torto”.
All’incontro sono intervenuti il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Raffaele Lorusso, che ha letto un messaggio di Anthony Bellanger, segretario generale della Federazione Internazionale dei giornalisti, e Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana.
Giani ha ringraziato l’Associazione Stampa Toscana, per aver permesso questo incontro al palazzo del Pegaso, e in particolare “il suo presidente Sandro Bennucci, con il quale il rapporto è fecondo, sviluppiamo tante iniziative”.
“Oggi – ha dichiarato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – ribadiamo quanto detto all’indomani dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia e cioè che vogliamo che sia scoperta la verità e sia fatta giustizia perché questo vuol dire assicurare verità e giustizia a tutti i giornalisti che nel mondo si battono per la libertà, per la circolazione delle idee, e per far sì che i cittadini siano pienamente informati”.
“Come Fnsi – ha aggiunto Lorusso – promuoveremo un’iniziativa a Malta, insieme con i colleghi maltesi, per tenere accesi i riflettori sulle condizioni in cui spesso i giornalisti si trovano ad operare anche in Paesi molto vicini a noi. Come nel caso della Turchia, dove ormai sono 165 i giornalisti in carcere. La Turchia è diventato il più grande carcere per giornalisti nel mondo. Ma questo è un appello che riguarda tutti i cronisti che anche nel nostro Paese sono minacciati dalla malavita. Abbiamo il dovere tutti quanti di riprendere le loro inchieste, amplificare il loro lavoro e portarlo alla conoscenza dei cittadini. Vuol dire dare loro una «scorta mediatica» e dirgli che non sono soli”. (giornalistitalia.it)