ROMA – Ci risiamo. Fiorello esce di scena quando il pubblico ha ancora sete di lui. Lo fa in teatro mentre gli chiedono il bis, lo ha fatto ai tempi di Viva Radio2 quando il programma era un vero e proprio cult e lo ha fatto anche con il suo ultimo varietà, andato in onda su Rai1, #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend quando, dopo quattro puntate, la rete lo pregava di continuare.
Ora, mentre si gode le ultime ore di vacanza e sui giornali si parla della ripresa ad ottobre, annuncia all’Ansa la decisione di chiudere Edicola Fiore su Sky (a sette anni dai primi vagiti dell’esperimento sul web) e l’intenzione, di qui a poco, di tornare al genere di cui è maestro indiscusso, il varietà, ma solo dopo un periodo alla radio (in versione social) e a teatro.
«Da anni succede una cosa divertente. La gente che mi incontra dice: “Ma quando torni in tv?” come se Edicola Fiore non fosse tv», sorride. Ma il senso è chiaro: il pubblico si aspetta che non stia seduto, ma si scateni in canzoni, monologhi, imitazioni, duetti e balli, come solo lui sa fare (Da Viva Radio2 a Edicola Fiore, passando dalla tv).
C’è da dire che Edicola Fiore ha dato al suo papà non poche soddisfazioni con cinque prestigiosi riconoscimenti (Premi È Giornalismo, Guido Carli, Biagio Agnes, Moige e il Premio Satira alla carriera che gli sarà conferito il prossimo 16 settembre a Forte dei Marmi) e migliaia di fan affezionati al buongiorno del loro idolo dal suo bar di Roma tra giornali, caffè, grandi ospiti e canzoni. Ma sette anni per un personaggio creativo ed irrequieto come Fiorello sono troppi. “Ho bisogno di nuovo stimoli”, dice lui, che non si adagia mai sugli allori.
In questa calda estate, circondato dall’affetto e dai consigli delle persone più care, Fiorello ha scelto di mettersi davanti ad una pagina bianca, riducendo anche la sua presenza sui social, per scrivere un nuovo capitolo del suo percorso.
«Quando ti danno un premio alla carriera pensi due cose: che sei vecchio e che perlomeno una carriera l’hai avuta! Come le auto d’epoca, noi che abbiamo una certa età dobbiamo andare piano, non possiamo rincorrere i giovani, abbiamo bisogno di essere accarezzati…», dice a proposito dell’ultimo Premio vinto. Del resto, osserva, «io non sono mai stato considerato “un satiro”. La mia semmai è satira leggera, mai violenta o offensiva. Per me è come le canzoni: non ce ne sono di belle o brutte, c’è quella che ti piace e quella che non ti piace. Ho sempre cercato di fare satira che divertisse ma dicendo le cose con il sorriso».
Quando tutti prendevano di mira Berlusconi, ad esempio, Fiorello si inventò lo Smemorato di Cologno alle prese con amnesie esilaranti, un modo per infierire senza però ferire le sue vittime. A proposito della parodia di Ignazio La Russa un politico disse a Fiorello “se è arrivato lì, è colpa tua!”. Chi? «Non si può dire. Aveva un nome che inizia con la “W”», ride.
Mentre i politici hanno sperato in un’imitazione di Fiorello che li potesse rendere più simpatici (“anche se oggi – racconta lui – alcuni di loro sono la parodia di se stessi”), qualche personaggio di spettacolo se l’è presa. «Uno su tutti? Carla Bruni, voleva denunciarmi!».
Anche Claudio Amendola se la prese, «più che altro perché eravamo amici e non se lo aspettava», spiega Fiore, ma i comici, si sa, non guardano in faccia a nessuno. E qui Rosario cita il conterraneo Pippo Baudo: «Un comico per una risata passerebbe sul cadavere di sua madre».
Ad una vittima della sua ironia però Fiorello vuole chiedere pubblicamente scusa. È l’ex allenatore della sua amata Inter, Gian Piero Gasperini.
«Ho letto tempo fa un’intervista in cui diceva che in un periodo difficile della sua vita ci si era messo pure Fiorello a farlo passare da imbecille. Mi è dispiaciuto». Ora che da comico è stato “promosso” “satiro”, promette di continuare a mantenere la sua leggerezza, di non prendersi mai troppo sul serio e di non entrare in politica come ha fatto Beppe Grillo con il suo Movimento.
Pioniere di Twitter in Italia, con uno show che aveva l’hashtag anche nel titolo, Fiorello annuncia una esposizione minore sui social: «Un po’ mi hanno deluso per i toni e la violenza. Anche noi personaggi abbiamo esagerato con le immagini e con la condivisione del privato. C’è bisogno di recuperare privacy, immaginazione e di lasciare un po’ di mistero…».
Per questo, mentre archivia il formato dell’Edicola con gratitudine verso Sky, in particolare Andrea Scrosati e Andrea Zappia, gli amici del bar, il pubblico e le fan (che amorevolmente chiama “le senzavita”), Fiorello si prepara per due serate evento benefiche in teatro a Roma e a Milano e riprende l’esperimento su Instagram e Fb della social radio Alzabandiera, che andrà in onda al mattino verso le 8 con lui da solo, senza spalla, immerso nella musica e nelle discussioni sui temi caldi. In tv – forse in Rai, che lo corteggia da sempre – prossimamente il varietà nell’unica fascia che Fiorello non ha ancora occupato, la seconda serata.
«Mi regalerò un grande show – annuncia – quello che il mio pubblico sta aspettando da tempo, e forse sarà l’ultimo perché ho già 57 anni». (ansa)
Lo showman ringrazia Sky, torna in teatro e in tv. Intanto un nuovo riconoscimento