BUDAPEST (Ungheria) – Un giornalista italiano, Luca Muzi, che lavora per la Associated Press, è stato “brevemente fermato” dalla polizia ungherese e costretto a distruggere le immagini che stava girando su migranti che tentavano di oltrepassare il confine con la Serbia, comprese quelle di un cane poliziotto aizzato contro un rifugiato in fuga dagli agenti.
È la stessa Ap a raccontare l’episodio, che risale a sabato scorso, spiegando che al giornalista, durante il breve fermo, è stato anche negato di telefonare all’editore o ai colleghi che si trovavano in zona. Muzi era intento a filmare, appunto, i migranti che stavano attraversando la campagna serba vicino al confine con l’Ungheria e precisamente a poche centinaia di metri dalla città di Roszke.
La polizia, come racconta l’agenzia di stampa internazionale, si è avvicinata ai migranti per disperderli e uno degli agenti ha liberato uno dei cani in dotazione, che ha attaccato e gettato a terra un uomo. “Basta, vi prego! Sono un richiedente asilo!”, ha urlato la vittima. Dopo di che, accortisi che Muzi stava riprendendo la scena – racconta l’Associated Press – gli hanno intimato di fermarsi, costringendolo a cancellare le immagini, sotto la minaccia del ringhio dei cani al loro seguito.
L’Ap ha immediatamente protestato con il governo ungherese, inviando una lettera al portavoce, Zoltan Kovacs, sottolinenando come un loro reporter sia stato vittima di un comportamento “inaccettabile” da parte degli ufficiali e rimarcando che i giornalisti “dovrebbero poter riportare le notizie senza rischiare violenze fisiche e senza la paura che il governo possa distruggere immagini ottenute legalmente”. Kovacs, per tutta risposta, – racconta, ancora, l’Ap – ha confutato il racconto di Muzi, affermando piuttosto che gli agenti in servizio al confine quella sera avevano chiesto a Muzi soltanto di verificare se fossero riconoscibili i loro volti e, appurato che non lo erano, lo avevano lasciato andare.
In quanto ai cani, il portavoce del governo ungherese ha riferito all’agenzia di stampa che “possono abbaiare, sono addestrati per questo, proprio perché possano incutere paura”.
È accaduto a Luca Muzi dell’Associated Press in Ungheria: “Cancella le immagini!”